Un cammino non privo di tribolazioni, quello del centrocampista, e segnato da risultati usciti fuori solo alla distanza

Gattuso "mi piace tutto e tanto. Lavora tantissimo, ha una capacità di entrare nel gruppo da grande allenatore. E' un grande allenatore, mi auguro possa restare qui 10 anni". La conferma dei benefici della 'cura Ringhio' arrivano dalle parole di Massimiliano Mirabelli. Il direttore sportivo dei rossoneri esalta il tecnico 'prelevato' dalla Primavera a fine novembre per sostituire Vincenzo Montella e provare a raddrizzare la rotta.

Un cammino non privo di tribolazioni, quello del centrocampista, e segnato da risultati usciti fuori solo alla distanza. L'inizio non è stato quello auspicato, segnato da frenate e rovesci e quindi appesantito da fastidiose voci intorno alla panchina. Come non ricordare il battesimo da incubo di Rino, con il pari a Benevento (2-2) dallo svolgimento ai limiti dell'inimmaginabile, con il decisivo gol del portiere Brignoli al 95'. O la tappa amarissima a Verona, conclusa con un 3-0 definitivo senza tanti giri di parole dall'ad Fassone 'un'umiliazione che non deve più succedere'. Seguita dalla caduta interna con l'Atalanta.

La svolta della gestione Gattuso, la cui panchina fino a quel momento è andata via via più scottante, ha coinciso con il derby di Coppa Italia di fine dicembre, vinto grazie ad un gol dei supplementari di Cutrone. Da quel momento, è scattato il trend positivo dei rossoneri, scolpito con piccoli e grandi passi in avanti. In generale, partita dopo partita Gattuso è riuscito a trovare la sospirata quadratura. Dopo aver salutato il 2017 con il pari di Firenze, Bonucci e compagni hanno aperto il 2018 con la vittoria sul Crotone, seguita da quelle contro Cagliari e Lazio. In Coppa Italia, ancora con i biancocelesti, è 0-0. Altro pari, in campionato, quello freschissimo in casa dell'Udinese (1-1) che ha permesso al Milan di conservare l'imbattibilità nel nuovo anno solare. E a Gattuso, che l'ha definita "una delle migliori prestazioni dell'anno", di vedere confermati i progressi. E non è un caso che il pari della Dacia Arena sia stato salutato dai rossoneri con il rimpianto dell'occasione mancata: è segno di un cambio di passo anche nella mentalità.

In attesa che i prossimi test portino ulteriori indizi sullo stato di salute della squadra, è indubbio che la gestione Gattuso si distingua, rispetto a quella precedente di Montella, innanzitutto per il netto miglioramento dell'aspetto atletico. Si vede una squadra correre per i 90 minuti, segno che 'Ringhio' è riuscito ad intervenire in positivo nel problema della condizione fisica che aveva subito individuato al suo arrivo. Dal punto di vista tattico, la scelta vincente del tecnico è stata quella, dopo la fase iniziale di studio e sperimentazione, di affidarsi stabilmente al 4-3-3 e provare il più possibile a puntare sul 'blocco', facendo ruotare i giocatori solo per affrontare infortuni, squalifiche, necessità di rifiatare.

Una ricerca di stabilità della quale molti singoli hanno beneficiato, vedi Kessié e Calhanoglu, ma anche Suso. Lo spagnolo è stato, del resto, forse il giocatore che ad inizio stagione più ha patito i vari posizionamenti in campo che gli richiedeva Montella. E il suo talento cristallino è tornato a splendere, vedi, il meraviglioso gol all'Udinese. Lo stesso attaccante ha confermato che con Gattuso "stiamo lavorando bene. Ed anche in campo siamo un'altra squadra". Il miglior riconoscimento alla 'cura Ringhio'. Insieme alle parole di Mirabelli: "Lo abbiamo scelto per il presente e per il futuro, per noi non è una scommessa". E a quelle apparse nell'editoriale odierno sul sito del club: "Il tecnico rossonero si sta spendendo totalmente nell'avventura che ama e che il destino della stagione gli ha proposto. Il Milan ne è sinceramente affascinato e questo crea quell'unione di intenti che, riverberata sulla squadra, crea gruppo, spogliatoio, stimoli e voglia di esserci. Un circolo virtuoso sul quale continuare a lavorare e a migliorare".
 

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