I bianconeri sono quattro punti avanti alla Roma e con una partita (contro il Crotone) da recuperare
Per evitare di essere presi a calci nel didietro da Massimiliano Allegri, come da corollario della sconfitta in Supercoppa, i giocatori della Juventus hanno pensato bene di risolvere in fretta la pratica Bologna. Dopo sette minuti Higuain aveva già scritto il suo nome prestigioso nel tabellino marcatori e prima dell'intervallo Dybala ha trasformato il rigore della sicurezza, nel mezzo un paio di occasioni grandi e grosse, in maniera che nessuno potesse mettere in discussione, impegno, abnegazione, determinazione, fame, motivazioni. Poi è arrivata la seconda rete del 'Pipita', giunto a quota tredici e simbolo del rinascimento bianconero: amen. La risposta è servita, insomma: a uso e consumo dell'allenatore bianconero e della concorrenza che si era illusa di potersi infilare nelle fessurine createsi dopo il ko inatteso e doloroso del Qatar. La Juventus è ancora la Juventus, quattro punti avanti alla Roma e con una partita (contro il Crotone) da recuperare. Il resto sono chiacchiere e mercato.
SOTTO ZERO. Il termometro abbondantemente sotto lo zero ha allontanato dallo Stadium persino i più ostinati, una sorta di freezer stavolta per pochi intimi che ha scaldato i giocatori in campo con un sostegno da grande appuntamento. Un segreto per non patire il gelo? Forse, anche se la Juventus, diversamente da Doha, ha cominciato e finito con un piglio decisamente gradevole, tanto che dopo sette minuti era già passata in vantaggio con un ricamo di Pjanic alla Pirlo e la solita, perentoria legnata di Higuain, apparso particolarmente a suo agio con Dybala a fianco e un rifinitore alle spalle, per l'appunto il bosniaco ex giallorosso. Va detto che Allegri ha preferito tenere inizialmente in panchina il nuovo acquisto Rincon e ha esibito sulla corsia mancina Asamoah, 'l'erede' di Evra destinato a partire e di fatto il vice-Alex Sandro. Il vantaggio non ha esaurito la spinta dei bianconeri, che hanno sfiorato due volte il raddoppio (con il Pipita e Marchisio), che sono andati davvero sul due a zero pochi istanti prima dell'intervallo grazie a un rigore raccolto da Sturaro (fallaccio di Oikonomou) e trasformato da Dybala.
PIETRA TOMBALE. Il Bologna ha fatto quello che poteva e doveva, pur perdendo non ha mai smarrito la dignità e ha tentato di imbastire una reazione non solo d'orgoglio. L'incapacità di attivare Destro è stato il punto debole degli emiliani che si sono affidati alla regia di Viviani e all'intraprendenza di Di Francesco. Magari qualcosa sarebbe potuto succedere nella ripresa se dopo dieci minuti il Pipita non avesse confezionato il tris, imbeccato da Lichtsteiner. Lì la partita, che era già chiusa, ha visto calare una sorta di pietra tombale. Dybala ha avuto sul piede il pallone giusto per ingrassare il punteggio ma la conclusione è stata fuori misura. Con l'ingresso di Cuadrado al posto di Pjanic, ancora incostante, i campioni d'Italia sono passati al 4-4-2, mentre un'ovazione ha accolto l'uscita di scena del Pipita per Mandzukic. Anche il debutto di Rincon è stato salutato dal pubblico con particolare enfasi: mancava poco all'epilogo ed era l'ultima emozione di una notte di onesta superiorità. I cori hanno dato l'illusione di un po' di tepore.
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