È una pianta sensibile alla siccità, perciò, soprattutto nei mesi caldi, ricordatevi di innaffiarla con regolarità, evitando che il terriccio possa asciugarsi del tutto, ma evitate assolutamente i ristagni d’acqua nel sottovaso

Nelle sue foglie si racchiude uno dei migliori esempi di organizzazione di forme e colori. Sulla pagina superiore di questa pianta linee e forme si toccano, si scambiano, si uniscono e risaltano dividendosi in diverse sfumature, il tutto organizzato in un affascinante reticolo geometrico. Vi sto parlando della Maranta leuconeura fascinator, nota anche come pianta della preghiera, una specie di pianta originaria delle foreste tropicali brasiliane appartenente alla famiglia delle Marantaceae.

Maranta leuconera fascinator, un nome che è un preludio alla strabiliante bellezza del suo fogliame, ma il motivo per il quale viene chiamata pianta della preghiera lo conoscete? Il genere maranta prende il nome da Bartolomeo Maranta, un medico e botanico italiano del XVI secolo, scopritore di questo genere che comprende alcune decine di piante tutte originarie delle zone tropicali americane. Ma la maranta è detta anche pianta della preghiera proprio perché, come la calathea, sua parente stretta, ha l’abitudine di richiudere vicino al fusto le sue foglie durante la notte. Questa inconsueta abitudine, che ricorda appunto le mani conserte in preghiera, permette alla pianta di mantenere, intrappolandola tra le foglie, l’umidità di cui necessita durante le ore notturne, contribuendo, altresì, a mantenere alta l’umidità atmosferica in casa.

Possiede uno fra i fogliami più belli e decorativi di tutto il regno vegetale. Le foglie sono di un verde intenso, vellutate, e hanno macchie gialle lungo la parte centrale e striature rosse in rilievo. Si tratta davvero di un’opera d’arte vivente, un’ambasciatrice di bellezza e fascino, oltre ad essere una campionessa di depurazione dell’aria.

È una pianta sensibile alla siccità, perciò, soprattutto nei mesi caldi, ricordatevi di innaffiarla con regolarità, evitando che il terriccio possa asciugarsi del tutto, ma evitate assolutamente i ristagni d’acqua nel sottovaso.

La maranta, essendo una pianta tropicale, predilige temperature che vanno dai 15 ai 28°C, odia le correnti d‘aria fredda, e adora l’umidità. Sarà sufficiente armarsi di uno spruzzino e, di tanto in tanto, vaporizzare le foglie con acqua tiepida e preferibilmente piovana. Quest’azione è importantissima per mantenere alta l’umidità alla pianta. Infine, ricordate che la maranta è una pianta costantemente affamata, per questo, concimatela in modo regolare con un fertilizzante liquido dalla primavera fino all’autunno.

Quando poi si sentirà a suo agio, la vostra maranta saprà regalarvi anche qualche piccolo fiorellino bianco tendente al violetto che, anche se non vi lascerà a bocca aperta per la bellezza, com’è facile che invece accada per il fogliame, saprà comunque stupirvi in quanto inaspettato. Sarà il dettaglio che fa la differenza, la ciliegina sulla torta, sarà un piccolo e prezioso gioiello incastonato in una parure botanica di rara e travolgente bellezza.

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