Sono l'appuntato scelto Marco Camuffo (46 anni), e Pietro Costa (32 anni)

Sono l'appuntato scelto Marco Camuffo, 46 anni, e il carabiniere scelto Pietro Costa, 32 anni, i due carabinieri accusati di stupro dalle due studentesse americane. I nomi sono stati resi noti oggi. Costa, da quanto si è appreso, si è presentato oggi all'interrogatorio davanti alla pm Ornella Galeotti, durato circa un'ora: al momento non è emerso nulla di quello che il militare avrebbe detto ai magistrati. Il primo si era presentato spontaneamente in Procura nei giorni scorsi ammettendo il rapporto sessuale ma negando di aver usato violenza e sostenendo che la giovane studentessa fosse consenziente. Il 46enne sostiene di non aver visto l'altro collega appartato con l'amica e di non sapere ciò che è accaduto

L'incontro ambasciatore Usa-sindaco -"Hanno molto apprezzato la nostra intenzione di costituirci parte civile" nell'eventuale giudizio a carico dei due carabinieri indagati per violenza sessuale nei confronti di due studentesse statunitensi e hanno apprezzato anche "la nostra intenzione di collaborare e vigilare sulla procedura giudiziaria" ma "la comunità americana è preoccupata soprattutto della celerità della giustizia, di come potrà svolgersi il processo, quindi hanno questa attesa forte sul proseguo". Così il vicesindaco di Firenze Cristina Giachi riferisce sull'incontro, che si è svolto in Palazzo Vecchio, tra il sindaco Dario Nardella e il console generale degli Stati Uniti Benjamin Wohlauer. "Abbiamo rinsaldato – aggiunge il vicesindaco – l'intenzione non solo di occuparci del nostro quotidiano, come abbiamo sempre fatto in modo congiunto pensando alla sicurezza dei ragazzi americani a Firenze, ma in questa delicata situazione di affrontare insieme il futuro della procedura. Sostenendoci e collaborando"

Amarezza Pinotti – "Come donna dico che quello di Firenze è un episodio di una gravità inaudita. Quando viene da due persone che portano una divisa è ancora più grave. Io ho due figlie femmine, vicine all'età di queste ragazze. Come prima reazione ho sperato che non fosse vero. E' un dispiacere immenso. Due persone che fanno questo non possono infangare il nome dell'Arma dei carabinieri che è parte lesa e vittima. Ho vissuto dolore nel vedere fango sulla divisa. E' stato qualcosa di incredibile ed increscioso". Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a Porta a Porta.

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