Il cantautore milanese racconta la prima volta al festival: "Non c'entravamo nulla con gli altri"

"'Il primo amore non si scorda mai', il titolo della canzone che ho portato a Sanremo, è una burla, lascia presagire una canzone di rimembranze, ma in realtà il primo amore è quel momento di imprinting, dai 15 ai 21 anni, nel quale nella nostra vita sono successe cose che facevamo fatica a capire e a gestire, parlo di tutte le prime volte che hanno modellato l'anima". Lo ha detto Enrico Ruggeri alla conferenza stampa di oggi. Ieri sera il cantautore si è esibito all'Ariston con il brano 'Il primo amore non si scorda mai', che oggi risulta il secondo brano più trasmesso dalle radio.

FARE MUSICA OGGI. Oggi fare musica "è più difficile per un ragazzo. Io vengo da un'era in cui i discografici ti facevano capire che, se non sfondavi al quarto album, dovevi cambiare mestiere. I ragazzi oggi hanno solo i singoli per prendere la patente da cantante. Ed è un peccato, perché anche Battiato e Dalla non hanno sfondato al primo disco" ha sottolineato Ruggeri.

IL PRIMO FESTIVAL. "Il mio primo Festival, negli anni Settanta, stava risorgendo dalle sue ceneri. Allora non c'era internet e io arrivavo da Londra, una città che era 30 anni avanti rispetto a qui, e con una musica che nessuno conosceva. Noi ci chiamavamo Decibel, come competitor a Sanremo avevamo gruppi che facevano musica leggera. Dopo 5 minuti ero certo che ce l'avremmo fatta, perché non c'entravamo niente con gli altri" ha raccontato Ruggeri.

LE MIE CANZONI? CRESCONO E CAMBIANO. "Sono operativo da 36 anni, non amo sedermi e ripetere, ma negli anni ho visto le mie canzoni crescere sotto i miei occhi e le ho viste cambiare, ora assumono nell'ultimo album nuove fisionomie sonore. Ecco perché ho voluto 'rinfrescare il palazzo'" ha sottolineato il cantautore. Ruggeri si riferisce a 'Un viaggio incredibile', il suo doppio cd in uscita il 12 febbraio, e che contiene, oltre ai nove inediti, anche alcuni dei suoi più grandi successi, da lui reinterpretati.

 

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