Un 'no' a Strasburgo o un 'sì' della Corte europea sul ricorsopotrebbero riaprire la corsa e ridare una speranza a Milano

La Corte europea di giustizia di Lussemburgo ha assegnato a un giudice olandese, il vicepresidente del Tribunale Marc van der Woude, il ricorso presentato dal Comune di Milano con la richiesta di sospensiva urgente dell'assegnazione ad Amsterdam dell'agenzia europea del farmaco, che dopo la Brexit dovrebbe lasciare Londra a marzo 2019. Ricorso che che si aggiunge a quello ordinario e a un altro separato presentato del governo italiano sul futuro dell'Ema.

In caso del via libera da parte del Tribunale Ue, non si bloccherebbe solo il 'trasloco' dell'agenzia in Olanda. Finirebbero sotto accusa, come ha anticipato il Corriere della Sera, anche le procedure, ritenute dal governo e da Palazzo Marino poco trasparenti, per arrivare alla decisione da parte di Bruxelles. Primo tra tutti il sorteggio che ha determinato la vittoria di Amsterdam. Per i ricorrenti sarebbe avvenuto senza rispettare la pausa di 30 minuti dopo l'ultimo voto, terminato in pareggio tra le due città concorrenti. Modalità che avrebbe impedito di concordare preventivamente come proseguire. Altre presunte irregolarità vanno dall'assenza di controlli di garanzia fino all'uso dei bussolotti.

La conferenza dei presidenti dell'assemblea Ue, composta dal numero uno Antonio Tajani e dai leader degli eurogruppi politici, giovedì scorso ha deciso per il 22 febbraio una missione d'urgenza ad Amsterdam di membri della commissione Ambiente-Salute per verificare il rispetto delle tempistiche promesse dall'Olanda per accogliere l'Ema. Preoccupa in particolare che la sede designata per l'agenzia, il Vivaldi Building, in realtà sia ancora un canitiere, e che la soluzione temporanea proposta non sia adeguata.

A Strasburgo i voti sul trasferimento nella città olandese sono previsti il 12 marzo prossimo in commissione e pochi giorni dopo in aula. Anche la richiesta di sospensiva urgente, presentata dall'avvocato Francesco Sciaudone dello studio Grimaldi per conto del Comune di Milano, dovrebbe ottenere una risposta del Tribunale Ue il mese prossimo. Un 'no' a Strasburgo su Amsterdam o un 'sì' della Corte europea sul ricorso, che verrà discusso a potre chiuse, potrebbero riaprire la corsa all'Ema e ridare una speranza a Milano.

Nel frattempo martedì scorso il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il governatore Roberto Maroni, Diana Bracco in rappresentanza delle imprese e il rettore dell'università Statale Gianluca Vago, hanno inviato una lettera al premier Paolo Gentiloni sollecitando un intervento del governo italiano per riaprire la partita. "Riteniamo essenziale che il governo italiano si attivi per creare il consenso necessario a rivedere la decisione dell'assegnazione di Ema – hanno scritto nella missiva – nell'interesse europeo di tutti gli Stati membri e dei cittadini europei, nonché per garantire la piena operatività dell'Agenzia nei tempi previsti". La speranza è che "il dibattito acquisisca rilevanza nel Parlamento europeo in quanto solo da un confronto tra Parlamento, Consiglio e Commissione potrà emergere la necessità di rivedere la decisione assunta in sede di Consiglio secondo la procedura di assegnazione", si legge ancora. Sala, Maroni, Bracco e Vago esprimono anche preoccupazione per l'operatività dell'Ema, che potrebbe essere messa a rischio dai ritardi di Amsterdam nella costruzione della nuova sede.

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