Bergoglio in Congno, allo Stadio dei Martiri di Kinshasa, parla ai giovani: "I social vi confondono"

Papa Francesco si trova in viaggio in Africa: oggi l’omelia in Congo. “Pas de corruption. Tutti insieme diciamo ‘Pas de corruption’. Non lasciatevi vincere dal male”. Così Papa Francesco allo Stadio dei Martiri di Kinshasa per l’incontro con i giovani e i catechisti. A queste parole parte un’ovazione dai presenti allo stadio, infervorati da quelle parole. E dalla tribuna si leva il coro “no alla corruzione”. I presenti allo stadio di Kinshasa hanno intonato un canto, in italiano, che scandisce ‘Benvenuto Papa Francesco’. 

Lo Spirito Santo” è il “motore della pace, è la vera forza di pace. Ecco perché la preghiera è l’arma più potente che ci sia. Ti trasmette il conforto e la speranza di Dio. Ti apre sempre nuove possibilità e ti aiuta a vincere le paure. Sì, chi prega supera la paura e prende in mano il proprio futuro”, ha detto il Papa nell’omelia. “Giovane che sogni un futuro diverso, dalle tue mani nasce il domani, dalle tue mani può venire la pace che manca a questo Paese”. 

Bergoglio ha parlato anche della tecnologia: “Voi giovani volete giustamente essere connessi agli altri, ma che i social spesso vi confondono. È vero, la virtualità non basta, non possiamo accontentarci di interfacciarci con persone lontane o persino finte. La vita non si tocca con un dito sullo schermo. È triste vedere giovani che stanno ore davanti a un telefono: dopo che si sono specchiati, li guardi in faccia e vedi che non sorridono, lo sguardo è diventato stanco e annoiato. Niente e nessuno può sostituire la forza dell’insieme, la luce degli occhi, la gioia della condivisione. Parlare, ascoltarsi è essenziale, stare insieme è essenziale. Mentre sullo schermo ciascuno cerca quello che gli interessa, scoprite ogni giorno la bellezza di lasciarvi stupire dagli altri, dai loro racconti e dalle loro esperienze”.

Le testimonianze

 

“Come Lei sa, è da diversi anni che l’Est della Repubblica Democratica del Congo è in guerra, con delle gravi conseguenze sulla nostra formazione e la nostra educazione alla vita e alla fede. Molti tra noi sono reclutati con la forza nei gruppi armati”. Così il giovane David Bode Nguamba nella sua testimonianza dinnanzi a Papa Francesco. “Nel Paese, molti giovani vivono nell’indifferenza e nell’egoismo, fanno calcoli e programmi per i loro interessi. Non sono meno numerosi quelli che credono ancora alla stregoneria e ricorrono al feticismo nei momenti di difficoltà e di prova. Molte persone sono vittime dell’odio e della divisione, anche tribale. Il sistema della dote rischia talvolta di diventare una sorta di compravendita della donna, per guadagno economico della sua famiglia d’origine. Le giovani donne sono culturalmente discriminate, anche se, sovente, sono loro che portano il peso della famiglia. Infine, ci sono anche dei giovani che sono vittime della droga. Noi vogliamo essere dei giovani connessi ai valori umani e cristiani, ma i social ci disorientano. Beatissimo Padre – conclude – la preghiamo di portare al mondo la preoccupazione dei giovani per una buona informazione”.

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