Victor Fadlun: "Esprimo sdegno e profonda preoccupazione"
“Boicottare non è quasi mai un buon esercizio di tolleranza, ma qui a essere boicottata è anzitutto la democrazia. Mi rivolgo alle cariche istituzionali e a tutte le forze politiche perché venga ribadito e ripristinato il rispetto della libertà e della democrazia a difesa di diritti intangibili, a partire dal mondo accademico e universitario che ne dovrebbe essere il tempio”. Lo dichiara in una nota il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, in merito alla decisione dell’Università di Torino di non partecipare al bando Maeci 2024 Italia-Israele, pur mantenendo tutti gli accordi e le collaborazioni con gli atenei israeliani. “È come cittadino italiano, prima ancora che come Presidente della comunità ebraica di Roma, che esprimo sdegno e profonda preoccupazione per la decisione del Senato accademico dell’Università di Torino di non collaborare con le Università e i centri di ricerca israeliani, che notoriamente sono eccellenze mondiali”, afferma Fadlun. “Anche direttori di dipartimento dell’ateneo di Torino avevano sottolineato che la libertà di ricerca e di insegnamento sono valori costituzionali. Qualcuno se n’è dimenticato. Noi, invece, ricordiamo molto bene che le leggi razziali del 1938 sono state precedute e seguite da una propaganda antisemita che è passata attraverso le Università e gli ambienti accademici, e ha portato all’epurazione, alla persecuzione e all’esilio di almeno 200 tra ricercatori e professori universitari, tra cui Rita Levi Montalcini. La nostra Comunità di Roma ne fu duramente colpita”, aggiunge.
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