Assoluzioni anche per Carlo Russo, Emanuele Saltalamacchia, Filippo Vannoni (Publiacqua) e Stefano Massimo Pandimiglio
Il tribunale penale di Roma ha assolto Luca Lotti, ex ministro dello Sport ed ex sottosegretario della presidenza del Consiglio e l’ ex parlamentare, Italo Bocchino e Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo. Assoluzione anche per gli imprenditori Alfredo Romeo e Carlo Russo e per l’ufficiale Emanuele Saltalamacchia, all’epoca dei fatti comandante della legione carabinieri Toscana.
Assolti anche l’ex presidente di Publiacqua di Firenze, Filippo Vannoni e Stefano Massimo Pandimiglio. Condannati invece il colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa e l’ex ufficiale del Noe, Giampaolo Scafarto. Sessa è stato condannato a tre mesi, mentre Scafarto a un anno e sei mesi. Gli imputati erano accusati a vario titolo dei reati di traffico di influenze illecite, rivelazione del segreto, falso, favoreggiamento, millantato credito e tentata estorsione nell’ambito dell’inchiesta Consip avviata nel 2016.
La presidente dell’ottava sezione collegiale del tribunale di Roma ha condannato, al pagamento di una provvisionale di 50 mila euro, immediatamente esecutiva a favore del ministero della Difesa, il colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa e l’ex ufficiale del Noe, Giampaolo Scafarto, condannati rispettivamente a tre mesi e ad un anno e sei mesi.
La reazione di Renzi: “Qualcuno chiede scusa?”
“Vi ricordate il caso Consip? Dopo sette anni di massacro mediatico oggi è arrivata la sentenza. E sapete come è finita? Tutti i miei amici assolti. Tutti! E sapete chi è stato condannato? Quei pubblici ufficiali che hanno tramato contro di noi facendo falsi pur di attaccarci. I miei amici invece assolti.Sette anni, i titoloni di tutti i giornali, i talk, un danno reputazionale infinito. E il danno politico, morale, umano. E per qualcuno addirittura la custodia cautelare. Poi oggi arrivano le assoluzioni per tutti”. Lo scrive sui social il leader di Italia viva Matteo Renzi. “Tra gli assolti un uomo che si chiama Tiziano Renzi, mio padre. Assolto anche stavolta. Ti voglio bene, babbo. Abbraccio tutti gli altri imputati assolti di cui in gran parte conosco il dolore e la rabbia. E abbraccio le loro famiglie che in questo momento stanno piangendo di gioia. C’è un giudice a Roma dopo sette anni. Ma ci sarà qualcuno nelle redazioni, in Parlamento, nella classe dirigente di questo Paese che avrà finalmente il coraggio di chiedere scusa? Ma vi rendete conto di quanto il presunto scandalo Consip ha inciso per distruggere la nostra azione politica e ora scopriamo che era tutto regolare? Ho nel cuore allo stesso tempo una felicità incontenibile e un dolore che non si cicatrizza”, aggiunge.
Lotti: “Sette anni e mezzo di calvario”
“Sono stati sette anni e mezzo difficili che non auguro a nessuno. Vedersi sbattuto da innocente in prima pagina con accuse anche da parte di quelli che dovrebbero essere i tuoi vicini di banco”. Così l’ex ministro dello Sport, Luca Lotti, presente oggi in aula Occorsio in tribunale a Roma, durante la lettura della sentenza che lo ha assolto insieme ad altri cinque imputati del processo Consip.
“Comunque è andata bene, vado avanti a testa alta. Sono contento. E’ una vicenda che mi è costata dal punto di vista personale: la politica va e viene, è impegno civico che io ho fatto per 10 anni con massimo rispetto per gli incarichi che ho svolto da quando ho cominciato come consigliere comunale fino all’incarico da ministro. Oggi faccio altro, ma non ho lasciato la politica – ha detto Lotti -. Posso guardare in faccia tante persone che negli anni mi hanno accusato o facevano commenti su di me: oggi finalmente si è messo un punto. Nel Pd sono un semplice iscritto, non ho condiviso tante scelte nel mio partito. Molti militanti del mio partito che in passato potevano additarmi come un problema oggi possono ricredersi. Poi sulla non candidatura io ho sempre detto che non avrei mai potuto e voluto essere uno scandalo per il mio partito e oggi ne ho data la dimostrazione. Manderò a tutti i membri di quell’assemblea, dove ad agosto del 2022 ho detto e pronunciato queste parole, la sentenza di oggi”.
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