Sabato a Molfetta inizierà la sfida per la conquista del titolo italiano dei 100 metri

I riflettori sono puntati sulla pista di Molfetta: nel weekend dei campionati assoluti sabato alle 19.45, con la batteria, inizierà la sfida per la conquista del titolo italiano sui 100 metri. E in assenza di Marcell Jacobs, ancora alle prese con il suo infortunio, l’attenzione è concentrata su Samuele Ceccarelli. “È sicuramente un bel banco di prova, ci si arriva con certe premesse e certe aspettative, la concorrenza è altissima. Non c’è da sottovalutare né sopravvalutare nessuno, c’è da stare attenti a tutti e a me stesso”, spiega a LaPresse il campione europeo sui 60 metri indoor. “L’obiettivo è provare a vincere, è il piano A come per tutti – aggiunge – il resto dei piani viene tutto insieme, fare il meglio possibile”. L’atleta è fresco dell’ottima performance nella 4×100 a Grosseto, quando con 38.04 la squadra ha blindato la qualificazione ai mondiali: “Mi spiace che dopo il bel risultato due compagni di squadra su quattro abbiano avuto problemi (Filippo Tortu e Lorenzo Patta, ndr), speriamo guariscano e si riprendano presto così da poter riproporre una bella performance a Budapest”, spiega. “Siamo un gruppo di amici, un gruppo unito. È più difficile correre da solo che correre la staffetta – racconta- si dà sempre il massimo, poi si sa che nei cambi possono succedere tante cose ma si corre tutti insieme”.
Budapest è di certo anche un obiettivo personale: “sarà un’altra bella competizione, letteralmente con i migliori al mondo, bisogna interpretarlo, arrivarci con l’orientamento psicologico giusto”. La preparazione va avanti, “mi alleno a Pietrasanta, vicino casa, visto che abito a Massa, col caldo si esce alle 5”, e ai mondiali “non sarà per nulla facile ma bisogna dare il massimo e vedere quello che sarà”.

La rivalità con Jacobs

L’exploit di Ceccarelli è arrivato a febbraio, quando agli Assoluti Indoor di Ancona ha battuto sui 60 metri Marcell Jacobs. Da lì, è cresciuta l’attenzione – e la pressione -mediatica e anche l’inchiostro speso sulla sua rivalità con il campione iridato. “Bisogna affrontare le cose nel modo giusto, sapere che si corre sempre tutti contro tutti”,osserva. “Ci sta che i giornali cerchino di creare questa competizione, bisogna saperlo e prenderlo per quel che è – aggiunge – la cosa più importante è assecondare se stessi, certo la maggiore attenzione da parte della gente si sente ma pochi sanno quello che c’è dietro, gli allenamenti, ci sono dinamiche sconosciute ai più”. Quanto alla sfida tra loro due, “speriamo di vederlo presto, in gara, ne gioverebbe l’atletica e la competizione, è uno stimolo”. Di sicuro lo è il fatto di aver visto alle Olimpiadi di Tokyo la spedizione italiana ottenere risultati inediti sulla velocità, “dire ce l’abbiamo fatta mi porta a pensare che magari a Parigi, quando potrei esserci anche io, possiamo farlo ancora”.

Verso Parigi 2024

Il 23enne toscano, tesserato con l’Atletica Firenze Marathon, è arrivato all’atletica a 16 anni dal karate, che ha praticato per 7 anni. “Credo che molto di tutto quello che si ottiene derivi dal come ci si approccia, l’atteggiamento mentale giusto fa girare le gambe“. A differenza di tanti altri atleti nessun mental coach, “sfrutto i consigli delle persone che mi stanno intorno, i miei genitori, il mio allenatore, la mia fidanzata, che cercano di farmi vedere le cose nel modo giusto, che mi stanno vicino e vivono direttamente con me, in prima persona e mezza tutto quello che mi succede, ho la fortuna di avere queste persone che ci sono sempre, non solo quando sono in pista”. I desideri per il percorso da qui a Parigi? “Riuscire a spuntarla in qualche altro grande appuntamento, arrivarci con la stabilità con cui sono arrivato a questo punto e riuscire a mantenere lo stesso tipo di approccio”.

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