Intervista all'atleta etiope classe 1982

 Il 23 aprile sarà al via della maratona di Londra perché, a quasi 41 anni e con un palmares straordinario, la fame di vincere non gli è passata. Kenesisa Bekele, etiope classe 1982, ha vinto l’oro ad Atene, Pechino e Londra sui 10.000 metri piani, un’argento sui 5.000 ai giochi greci, è stato 5 volte campione del mondo, una volta indoor, 16 nel cross ma “ho ancora dei sogni da inseguire”, dice a LaPresse, “non ho ancora vinto la medaglia d’oro nella maratona olimpica”.
 
Com’è tornare a Londra? L’anno scorso proprio qui hai stabilito il record del mondo sulla maratona over 40, quest’anno sfiderai 4 dei 5 atleti più veloci al mondo…

Sono entusiasta! È una delle maratone più competitive, professionali e iconiche del mondo e l’atmosfera, con tutta la gente che tifa sul percorso per incoraggiarci è incredibile. Sarà fantastico correre di nuovo in queste strade e non vedo l’ora di rivedere tutti a Londra.

Nella tua carriera hai ottenuto tre medaglie d’oro olimpiche, 22 titoli mondiali tra cross, su pista e su strada, hai detenuto i record mondiali sui 5.000 e 10.000 metri per 15 e 16 anni. Quale vittoria ti ha soddisfatto di più?
 
Ognuna delle mie vittorie è speciale a modo suo. Ovviamente vincere una medaglia d’oro olimpica è incredibilmente speciale, figuriamoci vincerne tre. È uno dei più grandi palcoscenici mondiali su cui correre, ed essere in perfetta forma lì, essere il migliore, è una sensazione così bella. Dimostra che tutto il tuo duro lavoro, tutte le cose che hai fatto hanno dato i loro frutti. Però anche i record mondiali sono molto speciali, rendersi conto di essere la persona più veloce su quella distanza rispetto a tutti nel mondo è strabiliante. Ti dà energia e motivazione per vedere cos’altro è possibile, per vedere dove puoi andare da lì.
 
Qual è la distanza che preferisci correre?
 
Mi sento a mio agio con tutte le distanze di corsa, dai 1500m ai 10.000m su pista, gare su strada, maratone. Ma il cross mi è andato bene in passato e mi è davvero piaciuto come mi fa sentire, ha tutto,  dalla velocità alla resistenza, dalla forza alla variazione, dal superamento delle barriere alla vittoria.
 
Sei stato a due secondi dal record mondiale sulla maratona stabilito da Eliud Kipchoge. Senti di esserti perso qualcosa?
 
Ovviamente è difficile vedere quanto fossi vicino e perderlo. È difficile e fa male, ma non è la fine. Ho dimostrato che ero in buona forma e che posso ancora spingere i miei limiti ancora di più per vedere dove mi porterà in futuro.
 
Com’è la tua routine quotidiana?
 
Mi alleno due volte al giorno, facendo diversi tipi di allenamento che variano da corse lunghe, tempo run, allenamento in palestra e allenamento nella foresta a sessioni di fartlek. La mia alimentazione è semplice con verdure, frutta, riso, pane. E mangio injera, il nostro cibo tipico etiope, ricco di fibre e ferro. Ma la cosa più importante per me è mangiare insieme alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli, e passare del tempo con loro a casa.
 
Come hai cambiato il tuo programma di allenamento con il passare degli anni?
 
Invecchiare mette a dura prova il tuo corpo. Ecco perché mi alleno in modo ancora più consapevole. Nel corso degli anni ho imparato ad ascoltare davvero il mio corpo e quello che mi dice. In questo modo so fino a che punto posso spingermi e quando ho bisogno di prendermi una pausa. Il mio team mi ha davvero aiutato, il mio fisioterapista aiuta a mantenere il mio corpo in buona forma e privo di infortuni, così posso realizzare i sogni che ho ancora.
 
Nel 2005 la tua fidanzata, Alem Techale, è morta durante un allenamento. Che impatto ha avuto su di te questa tragedia?
 
È uno dei peggiori momenti della mia vita che mi ha colpito e mi ha ancora colpito. È molto tragico e difficile, motivo per cui davvero non ne parlo più.
 

Anche tuo fratello Tariku è un atleta.  Vi capita di allenarvi insieme?

Sì, certo che lo facciamo. La famiglia è una delle cose più importanti nella vita. Sto bene  con lui e ci aiutiamo a vicenda.
 
Cosa fai per rimanere concentrato e motivato durante gli allenamenti e poi in gara?
 
Ho ancora dei sogni da inseguire. Non ho ancora vinto la medaglia d’oro nella maratona olimpica. Da Abebe Bikila, la maratona è qualcosa di speciale in Etiopia e voglio riportare quella medaglia a casa nel mio paese.
 
 
Credi che il muro delle 2 ore nella maratona verrà presto infranto?
 
Credo che se lavori duro e se ti ci dedichi, puoi fare molta strada. Il mondo ha già visto quanto gli atleti ai nostri giorni possono avvicinarsi al muro delle 2 ore. Questo è ovviamente molto eccitante, ma non dobbiamo dimenticare che le maratone hanno anche un grande impatto sul corpo e sulla mente. Non è una cosa facile da fare, il che significa che anche rompere il muro delle 2 ore non sarà facile. Tuttavia, credo che con il duro lavoro e la dedizione sarà possibile.

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