Takeda è stato iscritto nel registro degli indagati dai giudici parigini per un pagamento sospetto di 2 milioni di euro effettuato durante la vittoriosa campagna per la candidatura
Il presidente del Comitato olimpico giapponese, Tsunekazu Takeda, è stato indagato a dicembre, a Parigi, per "corruzione attiva" nell'inchiesta francese sull'attribuzione dei giochi olimpici di Tokyo 2020. È quanto trapela da fonti giudiziarie, che confermano così la notizia lanciata dal quotidiano 'Le Monde'.
Takeda è stato iscritto nel registro degli indagati il 10 dicembre scorso dai giudici istruttori parigini, che da tre anni tentano di fare la luce su un pagamento sospetto di 2 milioni di euro effettuato durante la vittoriosa campagna per la candidatura giapponese, che nel 2013 ha battuto la concorrenza di Madrid e Istanbul.
Il presidente del Comitato olimpico giapponese ha respinto le accuse. Takeda ha detto di aver collaborato con la magistratura nel corso di un'audizione a Parigi in una data non specificata e di aver "spiegato che non ero coinvolto in alcun atto illecito come la corruzione".
L'indagine francese, avviata nel 2016, riguarda due pagamenti effettuati a un'impresa collegata al figlio dell'ex presidente senegalese della IAAF (La Federazione internazionale di atletica leggera). I pagamenti sarebbero stati effettuati in due fasi, prima e dopo il voto del CIO che ha deciso la città ospitante. Takeda ha però replicato che "non è emerso alcun fatto nuovo" durante l'udienza di Parigi. Il numero 1 dello sport giapponese ha poi aggiunto che "le informazioni sbagliate sul fatto che sarei stato incriminato sono state condivise" e ha promesso che avrebbe "collaborato con le indagini per chiarire eventuali dubbi".
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