Nel giorno della quotazione in borsa del Cavallino Rampante il presidente carica tifosi e staff

"E' iniziato da pochi giorni quello che per noi dovrebbe essere l'anno del ritorno in vetta. La squadra oggi c'è, è forte e coesa. Con la giusta cattiveria agonistica" si può "vincere il primo Gp in Australia. Possiamo finalmente contare su due campioni. L'unico vero obiettivo è riportare il titolo a Maranello". Così il presidente della Ferrari, Sergio Marchionne, ha alzato il tiro sugli obiettivi della Rossa in pista nel 2016, in occasione della cerimonia di quotazione della scuderia di Maranello a Piazza Affari. Arrivare pronti al primo gran premio della stagione assume i contorni del diktat. La Rossa, comunque, rappresenta una "minaccia", secondo Toto Wolff, direttore esecutivo della Mercedes GP, campione in carica nel circus. Ma Marchionne ha messo subito le cose in chiaro: "No, non ci credo. Perché lo dice ogni volta e in qualche maniera riesce a batterci, è il numero uno. Io credo di più a Niki Lauda (ex pilota, tre volte campione del mondo in F1, ndr) che dice che la Ferrari è ancora indietro rispetto alla Mercedes".

 

Il numero uno della scuderia di Maranello è poi tornato a parlare di Alfa Romeo. "E' possibile" che torni in Formula 1, ma "in che maniera entrerà è tutto da scoprire", ha ribadito. Poi ha precisato che questo ritorno è comunque "difficile senza l'appoggio di un altra scuderia" e che per ora "l'importante è lanciare la nuova Giulia e vedere la reazione dei mercati". Il massimo obiettivo per la prossima stagione in pista non spaventa il team principal del Cavallino rampante, Maurizio Arrivabene. "Marchionne è il presidente, quindi, giustamente, deve fissare degli obiettivi. Non c'è nulla di sbagliato – ha detto – in tutto questo. Il lavoro che faccio io, come quello di altra gente in Ferrari, magari con meno esposizione nei vostri confronti, è quello di raggiungere gli obiettivi. Quindi, niente di sbagliato. Anzi". Il gap con la Mercedes? "So il lavoro – ha confessato Arrivabene – che abbiamo fatto e che stiamo facendo. Abbiamo qualche idea su che cosa stiano facendo gli altri. È inutile dire in questo periodo dell'anno dire se saremo i numeri uno. Il 22 il test a Barcellona ci servirà per acquisire dei dati, per capire dove siamo noi e dove sono gli altri. E ci sarà ancora un mese prima della prima gara per capire se sarà il caso di migliorare o se saremo talmente forti, ma bisognerà migliorare comunque", ha aggiunto con riferimento ai primi test della Rossa.

 

"Nel momento in cui scenderemo in pista a Barcellona capiremo esattamente dove siamo e a quel punto sarà il caso di essere ottimisti o esserlo un po' meno", ha chiarito Arrivabene. Parlando poi dei piloti, ha sottolineato: "Credo che Sebastian (Vettel, ndr) abbia dimostrato di essere un grandissimo pilota e, soprattutto, il pilota di cui la Ferrari aveva bisogno. Raikkonen? Nella seconda parte della stagione è andato piuttosto bene. Io vorrei che ci fosse competizione tra i due piloti: nel momento in cui c'è, vuol dire che sei là in alto". "Le aspettative cresceranno con la quotazione in Borsa? Quando sei in pista, sei concentrato ad ottenere il massimo, non pensi ad altro", ha tagliato corto. Il team principal non ha voluto svelare altri dettagli sul nuovo volto delle monoposto di Maranello in F1 e si è limitato a dire: "La grafica c'è già, il nome anche: quando sarà il momento lo comunicheremo". Ma che cosa bisogna fare per rilanciare la Formula 1? Arrivabene ha parlato senza peli sulla lingua: "Innanzitutto, avere più costruttori nel vero senso della parola, cioè aziende che producono macchine e motori. Oggi – ha riflettuto – ci troviamo in questa situazione strana dove i colpevoli stanno diventando i costruttori e questo non è corretto. Nel senso che la Formula 1 ha bisogno di aziende, di aziende vere che facciano motori e auto. E, molto probabilmente, con queste aziende si riuscirà a risolvere anche il problema della Formula 1". "Come ha detto giustamente il presidente (Sergio Marchionne, ndr) – ha sottolineato – di questo deve occuparsi Ecclestone (il numero uno del circus, ndr) e non tanto di altre faccende che poco hanno a che fare, secondo me, con i veri bisogni della Formula 1". L'intesa fra i vertici della Rossa c'è. Il Cavallino rampante vuole tornare a vincere. La parola passa ora alla pista.

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