Torino, 15 ott. (LaPresse) – Diciotto anni di Inter, tra successi indimenticabili e grandi delusioni. Si può sintetizzare così l’avventura quasi ventennale di Massimo Moratti alla guida del club nerazzurro. Nato a Bosco Chiesanuova, il 16 maggio 1945, figlio dello storico presidente Angelo Moratti, Massimo è laureato in Scienze politiche alla Luiss Guido Carli, ricopre anche l’incarico di amministratore delegato della Saras, l’azienda di famiglia. La storia di Massimo Moratti alla guida dell’Inter inizia il 25 febbraio 1995, quando rileva la società da Ernesto Pellegrini e riporta la famiglia alla guida del club nerazzurro dopo i fasti del padre Angelo dal 1955 al 1968. I primi sette anni di presidenza Moratti sono i più difficili, nonostante i quasi 500 milioni di euro di investimenti l’unico successo è la Coppa Uefa del 1998, vinta a Parigi in finale contro la Lazio grazie al Fenomeno Ronaldo. In questo periodo l’Inter va incontro ad alcune grandi delusioni, come lo scudetto del 1998 perso contro la Juve tra mille polemiche per il fallo da rigore di Iuliano su Ronaldo non sanzionato nello scontro diretto e lo storico 5 maggio del 2002 quando i nerazzurri di Hector Cuper vengono sconfitti all’ultima giornata in casa della Lazio e vengono beffati ancora dalla Juve che si aggiudica anche quello scudetto. In questa fase Moratti si dimette da presidente, incarico ricoperto da Giacino Facchetti fino alla sua scomparsa nel 2006.

Tornato al ponte di comando, Moratti inizia il periodo d’oro di successi anche grazie alla concomitante retrocessione della Juventus per il coinvolgimento nello scandalo Calciopoli. Con Roberto Mancini in panchina dal 2004, l’Inter conquista tre Scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane. La striscia di successi prosegue con il tecnico portoghese José Mourinho, capace di portare nella bacheca nerazzurra, dal 2008 al 2010, altri due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana ma soprattutto la Champions League, a 45 anni di distanza dal precedente successo. Nel 2010 l’Inter di Massimo diviene così la prima squadra italiana, sesta in Europa, a centrare il cosiddetto triplete (scudetto, Coppa Italia e Champions League) nell’arco di una sola stagione. Negli ultimi due anni, nonostante le deludenti gestioni di Benitez e Leonardo, l’Inter vince ancora una Supercoppa italiana, la Coppa del Mondo per club (conquistati dallo spagnolo) e una Coppa Italia (vinta dal brasiliano).

Complessivamente nei primi 15 anni dell’era Moratti (1995-2010) l’Inter accumula perdite per 1.2 miliardi di euro e debiti per oltre 460 milioni di euro. Il presidente in persona provvede in questo periodo a continue ricapitolazioni per più di 700 milioni di euro, cifra vicina ai 750 milioni di euro incassati con il collocamento in borsa dell’azienda di famiglia Saras avvenuta nel 2006. Dopo aver speso quasi 1.5 miliardi di euro durante la sua gestione, negli ultimi due anni Moratti è costretto ad una politica di austerity per ripianare i debiti ed abbattere i costi anche in vista dell’introduzione del fair play finanziario. Per questo iniziano i primi contatti per la cessione della società, si parla di cordate russe e cinesi, fino al contatto con il magnate indonesiano Erick Thohir che da oggi è il nuovo azionista di maggioranza del club. Massimo Moratti lascia come il presidente più vincente della storia dell’Inter: in totale sono 16 i trofei conquistati nella sua gestione, 5 campionati, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa del Mondo per club. Sommati a quelli vinti durante la gestione del padre Angelo (3 campionati, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali) sono 23 i trofei conquistati sotto la gestione della famiglia milanese.

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