Barcellona (Spagna), 4 ago. (LaPresse) – Serena come forse mai nella sua vita, matura e quantomai determinata. Federica Pellegrini è il prototipo dell’atleta vincente e che sa quello che vuole. Il tempo del gossip è finito, “non ho nessuna fretta di fidanzarmi” dice sorniona dopo la rottura con Filippo Magnini, quello delle vittorie nelle piscine di tutto il mondo non ancora, anzi. La veneta ha le idee chiarissime e, dopo questo mondiale dove è tornata a ruggire nei ‘suoi’ 200 stile libero, punta dritta alle Olimpiadi di Rio non tralasciando nessun particolare. La base è una: il ‘Team Pellegrini’. Philippe Lucas allenatore, Matteo Giunta preparatore atletico ed ormai vice sul campo del francese, Marco Morelli fisioterapista. Una squadra nella quale la veneta crede totalmente al punto che, come in questa stagione, la ‘Divina’ ed il suo tecnico pure nella prossima svilupperanno il loro lavoro insieme per lungo tempo in maniera ‘epistolare’. Lei resterà nella sua amata Verona, lui a Narbonne dove Federica farà solamente un periodo di tre settimane ad ottobre. Per il resto l’avvicinamento agli Europei estivi, dove ha dichiarato di voler tornare a puntare ai 400 stile libero “anche se non credo di buttarmi in acqua e vincere subito”, si svilupperà in svariate tappe già programmate.

Due settimane di ripresa soft a Miami a settembre, il collegiale in altura con la nazionale a gennaio-febbraio (al quale potrebbe prendere parte pure Lucas) e, forse, un periodo in Thailandia come nello scorso anno. In mezzo gli europei in vasca corta, i campionati italiani e svariate gare a livello internazionale. Del gruppo, con grandissima probabilità, non farà più parte Filippo Magnini, l’ex fidanzato rimasto partner in campo lavorativo. “Lui è ancora molto deluso dei risultati delle gare – spiega – Philippe vuole che ragioni a freddo poi a settembre decideranno ma non credo che Filippo vada avanti 24 ore su 24 con gli allenamenti di Lucas”. Federica però cerca compagnia in acqua e lancia un messaggio alla Federnuoto: “Ho chiesto di avere qualcuno che si alleni con me durante l’anno e che abbia voglia di faticare. Uomini o donne non importa – dice – In Italia non siamo pronti a fare scelte coraggiose ma credo che qualcuno abbia la possibilità di fare i lavori proposti da Philippe. Se qualcuno volesse fare anche solo una prova noi siamo a Verona, molti mi hanno chiesto informazioni”. Non proprio musica per le orecchie degli allenatori italiani.

Del resto, dal 2011 ad oggi, la veneta ha ottenuto i suoi risultati più brillanti sotto la guida di Lucas mentre nel 2012, seguita da tecnici nostrani, ha fallito l’appuntamento olimpico. “Philippe quello che doveva dimostrare lo ha dimostrato tramite me in questi mondiali – prosegue entrando nello specifico – ma non credo che la federazione gli dia in mano le sorti della staffetta 4×200, anche se a me farebbe piacere”. Il rapporto fra i due è ormai simbiotico: “Mi ha detto che è fiero di me – racconta – ha imparato a conoscermi molto bene, sa che quello che mi dice di fare in allenamento, anche a distanza, io lo faccio perché sono una professionista ed inoltre mi è molto utile nel momento della gara. Mi trasmette sicurezza, una cosa molto importante, ed ha capito che per me stare a casa a Verona è fondamentale perché così sono serena e faccio buone cose. Inoltre sa farmi ridere”. La consapevolezza e la serenità della Pellegrini si misurano anche nel fatto che, in prospettiva Giochi di Rio 2016, la veneta dovrà scontrarsi con le due attuali stelle della nazionale americana, le fortissime Missy Franlin (18 anni), e Katie Ledecky (16 anni). “Non mi preoccupo delle avversarie – racconta – non per poco rispetto ma perché la competizione mi piace e mi stimola. Le americane sono giovani ed agguerrite ma io non mi sento sulla via del tramonto, specie nei 200 stile libero gara che amo in maniera particolare”.

Come da carattere dei nati sotto il segno del Leone, il 5 agosto compirà 25 anni, la Pellegrini non ha paura nell’esprimere liberamente le sue opinioni e, se il caso, togliersi qualche sassolino dalla scarpe. “La medaglia d’argento che ho ottenuto è servita anche a chiudere la bocca a qualche persona – dice senza giri di parole – l’anno di Londra alcuni mi criticavano dicendo che facevo troppa tv o cose simili – conclude – Se c’è qualcosa che si può fare e mi diverte ben venga ma non mi sento fatta per quel mondo. Il mio resta il nuoto”, almeno fino alle Olimpiadi 2016.

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