Sepang (Malesia), 24 ott. (LaPresse) – Nel 2008 aveva conquistato il suo primo titolo mondiale nella classe 250cc. Ieri, al secondo giro del gran premio di Malesia, nello stesso circuito che gli aveva regalato il titolo, ha trovato la morte in un tragico incidente. La pista che ha dato a Marco Simoncelli la più grande soddisfazione della sua vita sportiva lo ha tradito con un incidente tanto banale quanto cruento.

Il romagnolo è scivolato in pista ed è stato travolto dagli incolpevoli Colin Edwards e Valentino Rossi che giungevano alle sue spalle. Le sue condizioni sono apparse subito disperate. Il pilota infatti ha perso il casco ed è rimasto esanime sul circuito. “Quando il nostro staff medico – ha spiegato il dottor Michele Macchiagodena – l’ha raggiunto, era privo di conoscenza. In ambulanza hanno cominciato il Cpr (rianimazione cardiaca polmonare, ndr), e una volta arrivato al centro medico, grazie all’aiuto di dottori locali e della clinica mobile, è stato intubato ed è stato così possibile rimuovere parte del sangue presente nel torace. Il Cpr è stato applicato per 45 minuti con l’obiettivo di aiutarlo il più a lungo possibile. Sfortunatamente ogni tentativo è risultato vano e alle 16.56 (ora locale) abbiamo dovuto ufficialmente dichiarare la sua morte”, ha spiegato il medico.

Simoncelli era nato a Cattolica il 20 gennaio 1987 e viveva a Coriano. Aveva cominciato a correre a 7 anni con le minimoto nella sua città ed a 12 anni aveva vinto il titolo italiano. Nel 2002 aveva debuttato nel motomondiale. Nel 2004, sotto la pioggia battente di Jerez, aveva vinto il suo primo gran premio. Nel 2006 il salto di categoria in 250 dove nel 2008 arrivava il titolo mondiale. Nel 2010 era passato in MotoGp e nella stagione 2011, esattamente una settimana fa, era salito sul secondo gradino del podio a Philip Island in Australia, il suo miglior risultato in carriera nella classe regina.

Tutto il mondo sportivo e non si è subito stretto attorno ai familiari. I primi sono stati i piloti: “In pista siamo tutti fratelli. Sento un dolore molto forte. Marco ci mancherà tantissimo”, ha detto Nicky Hayden. “Non so cosa dire in un giorno così. Solo che ci mancherai. Riposa in pace Marco”, gli ha fatto eco Jorge Lorenzo.

Struggente il ricordo di Mattia Pasini, uno dei suoi amici più cari, che su Facebook ha scritto: “Marco… sono stato li con te, fino all’ultimo, ho pregato, versato lacrime come… continuo a fare, e non riesco a trovare una risposta!!! con te credo sia rimasto un pezzo di me, un pezzo di vita, un pezzo di cuore… tutte le nostre avventure, battaglie sin da quando eravamo bimbi… bimbi con un sogno… be’, oggi mi domando se ne vale ancora la pena… due anni fa qua dopo il titolo ci siamo abbracciati e abbiamo pianto insieme, oggi io piango te, perchè non ti potrò riabbracciare”.

Anche il Milan, di cui Simoncelli era un grande tifoso, ha voluto ricordare il centauro romagnolo giocando con il lutto al braccio nella vittoriosa trasferta di Lecce: “Marco era un nostro tifoso e un grande campione, abbiamo appreso la notizia mentre eravamo in pullman e siamo rimasti scioccati. La cosa ci ha molto colpito”, ha detto Adriano Galliani. Addolorato anche il presidente del Coni, Gianni Petrucci: “Oggi – ha detto – è uno dei giorni più tristi della mia presidenza. La tragica scomparsa di Marco Simoncelli mi ha profondamente turbato e sconvolto. La vita è sacra e non si può morire a 24 anni per una gara”. Il Coni ha anche deciso di far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive, che si disputeranno oggi in Italia.

Pure il mondo dello spettacolo non è rimasto indifferente davanti alla tragedia. “Ciao Marco. Grande campione. Persona strepitosa. Energia , entusiasmo, talento, allegria, passione. Ciao Marco. Ciao Sic un abbraccio alla famiglia”, ha scritto su Twitter il cantante Jovanotti. Quella di Simoncelli è la terza morte nella storia del motociclismo moderno dopo quella di Daijro Kato nel 2003 a Suzuka e quella di Shoya Tomizawa a Misano Adriatico il 5 settembre 2010.

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