La conduttrice su Instagram replica alla lettera firmata da giornalisti e intellettuali sul caso di Asia

In un post su Instagram dal titolo ‘Avete sbagliato bersaglio: siamo tutte dalla stessa parte’, Nunzia De Girolamo replica alla lettera firmata da giornalisti e intellettuali sul caso di Asia, la ragazza vittima di stupro ospitata a ‘Avanti Popolo’, il talk di Rai3. “Ho incontrato Asia qualche giorno prima della nostra intervista – scrive De Girolamo – Ore ed ore a cuore aperto, tra emozioni e dolore, sorrisi e paure. È così che mi ha raccontato la sua difficile vita. Gli abusi, le mancanze, le sfortune, le violenze, la fragilità, ma anche la forza di non arrendersi. Molte cose sono rimaste in quella stanza. Ed anche se lei me lo avesse chiesto, non le avrei mai rese pubbliche”.

Nel lungo post la conduttrice racconta: “Quando io ed Asia abbiamo definito i limiti della nostra chiacchierata, abbiamo condiviso tutto ciò che avremmo detto. Tutto. Anche i messaggi che, privatamente, aveva ricevuto sui suoi canali social e che abbiamo deciso di leggere. Era il suo modo coraggioso per sfidare il dolore ed il pregiudizio. Per dire basta. Dopo la nostra intervista Asia ha ricevuto tanta solidarietà. Proposte di lavoro, ospitalità ed i suoi social hanno cambiato direzione. Sono felice per lei. Felice di aver fatto il mio dovere di donna e di essere umano. E di avere ancora contatti con lei per tentare di aiutarla”.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Nunzia De Girolamo (@nunzia.degirolamo)

Le accuse al Maschilismo latenta

“Sono stupita – scrive ancora De Girolamo – da questo Maschilismo latente che induce alcune donne a dire ad una vittima di non parlare, di non metterci la faccia e addirittura di nascondersi”, prosegue la conduttrice, “come se Asia si dovesse vergognare. Lei, che è la vittima! Come si può giudicare la volontà di liberarsi, anche pubblicamente, di un peso enorme? Quando Asia ha fatto le sue dirette sui social minacciando di farsi del male, nessuno si è preoccupato o si è adoperato per costruire gruppi di intellettuali a difesa e sostegno di questa ragazza? Siamo al solito pregiudizio di donne che odiano le donne? Che parlano dal comodo salotto di casa, senza sapere assolutamente nulla di Asia e senza aver messo piede mai nemmeno nella sua Palermo? Ed è questo il modo di difendere le donne, facendo dilagare altra cultura di odio e violenza? Mi dispiace constatare che state spostando il bersaglio dimenticando che il vero nemico da abbattere è lo stupratore, la cultura ancora maschilista di questo paese. Contro questo, le donne, noi donne, dovremmo essere unite sempre…”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata