L'opera di Valter Malosti e Enda Walsh, che è il 'testamento' del Duca Bianco, al Piccolo Teatro Strehler dal 23 al 28 maggio. Agnelli su Springsteen: "Poteva devolvere incassi"

‘Lazarus’ “non è un’opera celebrativa di Bowie, non è una cover band, non è un’imitazione”. E, soprattutto, non è un’opera “alla Broadway”. Perché “nessuno può cantare Bowie, solo lui può farlo”. Si fa prima a dire cosa non è, dello spettacolo di Valter Malosti ‘Lazarus’, l’opera rock di David Bowie e Enda Walsh, che in questa nuova versione vede protagonista Manuel Agnelli, insieme a Casadilego. Lo spettacolo, con le coreografie di Michela Lucenti, presentato da ERT/Teatro Nazionale, sarà in scena dal 23 al 28 maggio al Piccolo Teatro Strehler di Milano. “L’equivoco più grande è pensare che ci sia Bowie sul palco – spiega Manuel Agnelli in conferenza stampa, raccontando cosa c’è in questi 110 minuti di spettacolo – Questa cosa non è stata scritta perché la recitasse lui ma perché la recitasse un attore”. Insomma, “come Brecht, o Pirandello, o Mozart, stiamo eseguendo un’opera che è stata scritta per essere recitata”, specifica l’artista, che veste i panni inediti dell’attore-musicista.

Agnelli interpreta Newton, ‘l’alieno’ di Bowie dello spettacolo andato in scena per la prima volta a New York il 7 dicembre 2015, in quella che fu l’ultima apparizione del Duca Bianco. Un ‘alieno’ che non trova posto nel mondo: un po’, spiega Agnelli, come lui. Se Newton “cerca un luogo dove sentirsi se stesso e riconoscersi”, Agnelli confessa di essere lui stesso alla continua ricerca: “Un luogo” dove riconoscersi “forse è qualcosa che ho sempre cercato anche io, ma forse banalmente proprio nel viaggio si trova quel luogo”. E confessa, a margine: “Mi sento molto più parte dell’umanità adesso di quando ero ragazzo, conosco meglio sia il mondo che me stesso”. Nel ruolo “mi ci riconosco, me lo sento cucito addosso”, dice. E infatti anche Malosti, che di Enda Walsh ha già messo in scena ‘Bedbound (2001) e ‘Disco Pigs’ (2005), spiega: “Manuel è così, non lo abbiamo ‘modificato’. Non è che ‘fa’ Manuel Agnelli, è se stesso”, racconta il regista. Il primo a cui Malosti ha pensato per lo spettacolo è stato proprio lui: “E ha subito detto sì”, racconta. Sull’ipotesi che Casadilego (vincitrice della XIV edizione di X Factor) sia stata una scelta di Agnelli, Malosti replica: “Veramente è stata un’idea di mia figlia”, dice ridendo, e aggiunge che “Casadilego comunque è stata scelta con un’audizione”. Il cast è composto da 11 interpreti, ci sono anche 5 allievi di Malosti. “E’ come una canzone di Bowie, un’opera non lineare”, dice Malosti. Il progetto sonoro e la produzione musicale sono di GUP Alcaro. L’opera è naturalmente anche ispirata a ‘The Man Who Fell To The Earth’ di Walter Tevis. Tutte le info sui biglietti si trovano sul sito www.piccoloteatro.org, i prezzi vanno dai 40 euro in platea ai 32 in balconata. La chiusura dello spettacolo è una versione di ‘Heroes’ che Agnelli definisce “lancinante” e “volutamente strappalacrime”. Perciò, dopo quella canzone, si sente sempre “emotivamente scosso: è strano, dopo, prendere gli applausi di fine spettacolo”.

In scaletta 18 brani, quattro inediti. Ma sull’ipotesi che possano diventare anche un disco Agnelli dice ridendo: “Sarebbe una rottura di co…i”. “Il materiale è all’altezza di un disco, però un conto è contestualizzarlo all’interno di un’opera e un conto è fare un disco solo con la parte musicale. Ci potrebbe anche stare”, dice, “ma ci poniamo davanti a un altro tipo di rischio e cioè essere valutati al di fuori dell’opera, bisogna vedere se abbiamo voglia di questa rottura”.

Foto di Laila Pozzo
Foto di Laila Pozzo

Parlando del ruolo dell’arte, il pensiero non può non andare alla polemica del momento, quella sul concerto di Bruce Springsteen a Ferrara, tenutosi nonostante il maltempo che ha colpito l’Emilia-Romagna e che ha provocato almeno 14 vittime. “Non mi è piaciuto per niente che il Boss non abbia donato l’incasso del concerto e mi ha stupito”, dice secco Agnelli, però “ci dimentichiamo troppo spesso che organizzare un concerto del genere è lavoro, sono coinvolte centinaia di persone. E’ un’occasione economica per il territorio e anche un’occasione, perché no, di distrazione, lo dico con tutta la leggerezza che ci vuole, per cui anche in una situazione tragica una cosa così può aiutare”. Sul fatto che il Boss non abbia detto nulla dal palco commenta che “qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stata strumentalizzata”. Agnelli insiste sul fatto che, però, troppo spesso “non si considera la musica come un lavoro professionale” e questo “è vergognoso”. “Mi intristisce pensare a quello che è successo – conclude l’artista, parlando della tragedia dell’alluvione – Io ho iniziato in quei luoghi, ci ho girato tanto e ci giro ancora. Mi consola sapere che diversi teatri si sono salvati”.

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