Lo ha detto a LaPresse don Fabrizzio Gatta: "L'Ariston è un palcoscenico importante per lanciare un messaggio al mondo"
Tiene ancora banco la polemica per la presenza a Sanremo del videomessaggio di Zelensky. “La pace è, e deve essere per tutti, il primo obiettivo da centrare“. Lo dice a LaPresse il viceparroco della Cattedrale San Siro a Sanremo, don Fabrizio Gatta, che per vent’anni ha lavorato a Rai1. Conduttore conosciuto dal pubblico televisivo che con una decisione improvvisa ha scelto il sacerdozio. “Non è stata una decisione improvvisa – precisa don Fabrizio – è la mia vita, non ho segreti. Ci sono voluti 8 anni di preparazione in seminario per far andare via l’uomo vecchio che era in me”.
Che cosa pensa di Zelensky a Sanremo? “Non ho seguito molto, tuttavia l’Ariston è un palcoscenico importante per lanciare il messaggio di pace al mondo. Io non entro nella questione ma riporto quello che dico sempre nelle mie omelie nelle quali parlo di amore, perdono, misericordia di Dio e pace, quello che dice Francesco e che condivido”. “Se ho sentito qualche cantante che le ha chiesto di pregare affinché vinca il Festival? No, ancora è presto. Io conosco solo i Cugini di Campagna perché Ivano Michetti era amico di mio padre”.
Sull’intervento di Zelensky si era aperto un ‘fronte del no’ a livello politico ampio, da Salvini a Calenda, anche se con motivazioni differenti. Ma la Rai non ha fatto marcia indietro.
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