Intervista al 25enne attore, figlio di Massimo Ghini e Paola Romano
Leonardo Ghini, 26 anni il prossimo 4 agosto, è un figlio d’arte che ha in sé cucite e ricamate le coordinate per essere se stesso, originale, in tutte le infinite sfaccettature della vita, del lavoro e non solo. Barbara Fabbroni l’ha intervistato in esclusiva per LaPresse.it.
Ci parli un po’ di lei…
“Sono romano da parte di padre, Massimo Ghini. Mia madre, Paola Romano, è campana, di Salerno. Nelle mie vene scorre quindi anche sangue del Sud”.
Dove ha studiato recitazione?
“Mi sono diplomato all’Accademia ‘Silvio d’Amico’ nel dicembre 2019”.
Uscito dall’Accademia il lavoro è arrivato?
“Come ogni giovane attore sto avendo un po’ di difficoltà nel trovare lavoro e nel fare provini. La pandemia ha reso tutto complicatissimo”.
Come vive questo momento?
“Ne sto risentendo molto. Il clima emotivo di questo periodo è intenso e mette a dura prova tutti quanti”.
Leonardo Ghini: “Ho iniziato a recitare per curiosità”
Perché ha deciso di fare l’attore?
“Bella domanda! Sono arrivato a prendere questa decisione dopo aver terminato il liceo. Nel momento in cui dovevo decidere cosa fare. Quale strada percorrere per il mio futuro. Ero spaesato, in difficoltà, avevo bisogno di cercare al più presto una strada da seguire. Così, all’inizio solo per pura curiosità, avendo sempre fatto parte di questo mondo, ho voluto intraprendere questa strada”.
Qualcuno le ha suggerito questo percorso?
“Non sono stato spinto da nessuno. Mio padre è sempre stato il primo a dirmi: ‘Leonardo, qualsiasi strada vuoi scegliere io ti appoggio. Percorri qualsiasi interesse tu abbia. Non sarò io a dirti ciò che è giusto tu debba fare o non fare’”.
Quindi il suo interesse non nasce da bambino?
“Non ho mai sognato di fare l’attore, come detto ho maturato la scelta terminato il liceo. La mia curiosità mi ha spinto a entrare in questo mondo, a farne parte totalmente. Mi ci sono tuffato dentro”.
“Con mio padre Massimo Ghini ogni tanto scatta la molla dello scontro”

Ha mai lavorato con suo padre?
“Ho lavorato con papà 3 mesi facendo l’aiuto regista a teatro. L’opera era ‘Un’ora di tranquillità‘, di Florian Zeller, sceneggiatore che ha vinto l’Oscar per il film ‘The Father‘ assieme a Christopher Hampton”.
Come è stato lavorare con lui?
“Diciamo che è stato interessante. Io e lui ci scontriamo molto, ma è stato bello, confrontarci ci aiuta a conoscerci e ci unisce ancora di più. Ogni tanto scattava la molla dello scontro. Ma nonostante tutto mi sono divertito, ho imparato tantissimo e mi è piaciuto”.
E poi?
“Ho avuto la fortuna di fare uno spettacolo come attore, ‘Le belle notti’, scritto da Gianni Clementi, con la regia di Claudio Boccaccini al Teatro della Cometa. Ma purtroppo a seguito di questa situazione ha dovuto chiudere”.
È un momento triste per lo spettacolo?
“È un momento molto complicato. Le persone che lavorano nel mondo dello spettacolo pagano un prezzo altissimo”.
Quanto è difficile essere figlio d’arte?
“Diciamo che è complicato”.
Perché?
“Il problema si presenta soprattutto in Italia. Nel resto del mondo è vissuto in maniera completamente diversa. Alla fine, ci fai l’abitudine, io non le prendo neppure in considerazione. Io sono io, la vita è mia, quello che faccio o non faccio dipende dalle mie scelte”.
Suo padre cosa le dice?
“Mio padre sarebbe il primo a farmelo presente se qualcosa non andasse bene. È molto critico e al tempo stesso costruttivo. Lo fa per il mio bene, per aiutarmi a crescere. È sempre stato molto sincero e diretto. È schietto, le cose te le dice direttamente in faccia senza problemi”.
È vero che lui non aveva superato l’esame di ammissione in Accademia?
“Si, non l’avevano preso”.
Suo padre come ha vissuto la sua ammissione?
“L’ha riempito di gioia”.
Dopo le prove cosa le diceva?
“Critico al momento giusto e compiaciuto quando era il momento. Il tipico bastone e carota”.
Leonardo Ghini: “Ho due genitori speciali”
E la mamma, Paola Romano, cosa dice?
“Per lei posso fare anche il praticello sotto casa che sono perfetto, non sbaglio mai. Sono comunque bravissimo”.
Assomiglia a sua madre?
“Caratterialmente sono uguale a lei. Da lei ho ripreso la generosità, mettere al primo posto l’altro più che me stesso. Non cerco i riflettori o la popolarità. Sono più riservato, ma al tempo stesso molto disponibile”.
E rispetto a suo padre?
“Esteticamente ho preso tanto da lui. A parte il naso che è di mia madre”.
Il rapporto con sua sorella Margherita?
“Io e Maggy siamo legatissimi. Per me è importantissima, abbiamo fatto tante cose insieme, ci confrontiamo, ci aiutiamo, spesso litighiamo. Adesso vive a Londra, ci vediamo molto meno, ma ci sentiamo tantissimo. Per me è un punto di riferimento come io lo sono per lei”.
E con gli altri fratelli, Lorenzo e Camilla, che suo padre ha avuto da Federica Lorrai?
“Abbiamo un bel rapporto anche se ci vediamo meno. Mio padre è stato capace di creare tra tutti noi un rapporto vero e autentico. Devo dire che c’è riuscito. Pur non avendo vissuto insieme, poiché loro sono stati con la loro madre, ci troviamo tantissimo”.
Ha due genitori speciali?
“Assolutamente si! Senza mia madre questo castello crollerebbe facilmente. Mamma è la spina dorsale di questa famiglia, è stata ed è fondamentale”.
Progetti?
“Abbiamo da poco terminato un bel progetto che non voglio spoilerare. Fatto con un mio amico e datore di lavoro: faccio il cameriere nel suo ristorante. Parlo di Filippo Laganà. Abbiamo girato una cosa innovativa che vedrete presto. E a breve registrerò una puntata di ‘Nero a metà‘ con Claudio Amendola per Raiuno”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata