Il conduttore radio e tv, disc jokey, musicista e... "papà coccoloso"

Mitch dj è tante cose. Giovanni Mencarelli, questo il suo nome all’anagrafe, ha 41 anni ed è disc jockey, musicista, produttore discografico, showman e speaker radiofonico.
Co-conduce ‘Tutto esaurito’ su Radio 105, è autore e inviato per ‘Le Iene’, autore e conduttore di ‘Scemi da Matrimonio’ su TV8. Barbara Fabbroni lo ha intervistato.

C’era una volta un carabiniere. Oggi chi c’è?
“Un artista e un padre. Quello che una volta era un carabiniere è sbocciato, è diventato un padre di famiglia. Ho 41 anni e due creature meravigliose. In più ho realizzato il mio sogno: realizzare qualcosa nel mondo dello spettacolo”.

Lei è più Mitch o Giovanni?
“In realtà sono tutti e due. Mitch è più spavaldo, si muove bene davanti alle telecamere. Giovanni è più introverso. Nella vita, lontano dalle telecamere e dal palcoscenico, sono chiuso, ma non perché me la tiro. Sono riservato anche se poi con le persone che si avvicinano sono disponibile, faccio selfie senza alcun problema. Essere chiuso appartiene alla mia personalità, sono sempre stato un timido”.

Le due vite di Mitch dj

Da dove le arriva la grinta che vediamo sul palco?
“Dietro il palco sono moscio come adesso: fuori piove e sono disteso sul divano, un po’ assonnato e con la voglia di non far nulla. Però poi, sul palco, davanti al pubblico o alle telecamere cambio totalmente”.

Diventa adrenalinico?
“Sì. L’hanno notato tutte le persone che fino a oggi hanno collaborato e tutt’ora collaborano con me. Se mi invitano a una serata io non faccio sempre il pagliaccio. Sono un tipo restio che se non conosce qualcuno non fa lo spavaldo. Se non ho un rapporto di amicizia non sono quello che va a salutare un altro artista, mi sembra di andare a disturbare. Per assurdo questa è una cosa che mi torna indietro”.

Cosa vuol dire?
“Faccio un esempio: Piero Pelù, il mio idolo da quando ero adolescente. Lui per me è stato quello che, nei momenti degli amori adolescenziali, quando andava tutto storto, con le sue canzoni dava adrenalina per andare avanti. Eppure, tutte le volte che ho avuto l’opportunità di incontrarlo sono andato dall’altra parte. Mi vergognavo”.

E poi cosa è successo?
“Durante una partita di calcio lui è stato il mio allenatore. Lì ho conosciuto non solo l’artista, ma anche il lato umano della persona. È genuino, vero, con un’anima profonda, non costruita. Il mio carattere tante volte mi blocca”.

Non pensa che questa sia la sua forza?
“Non ho ancora la percezione del successo che tutti quanti mi riconoscono”.

Tanto lavoro, tanto sucesso

La realtà racconta altro?
“Se io guardo quello che ho fatto in questi anni mi sorprendo. Ci sono persone che si sognano quello che ho costruito: colonne sonore per film, il programma più ascoltato in radio, una produzione televisiva cui presto ne seguirà un’altra… Ho faticato tanto, ho dovuto guadagnare ogni centimetro del mio successo. Eppure, la percezione è diversa”.

Ovvero?
“Basta andare a fare un ‘Grande fratello’ e sei subito famoso e conosciuto. Io continuo a fare mille cose, a impegnarmi. In questo periodo le persone che incontri ti chiedono subito: Hai visto LOL?”.

Siamo tutti “Lollizzati”?
“Non esiste che ‘LOL’, eppure c’è anche altro. Non è poi così originale, è un format presente in tutto il mondo. Non è un’idea italiana. Tuttavia, il potere dei social è una valanga, travolge. Uno può scrivere la canzone più bella del mondo, ma se resta chiusa nel cassetto nessuno la conoscerà mai. Diversamente, se fai una sciocchezza trasformandola in canzone e hai la potenza di metterla in Rete diventa un successo senza precedenti. Trovi il tuo target e il successo è inevitabile, ti travolge”.

Vuoi dire che nessuno chiede: “Scemi da matrimonio l’hai visto”?
“Già! Eppure è un programma nato in Italia, originale, fatto da una società indipendente, la mia. Ha fatto uno share importante, tanto da essere messo in prima serata”.

Ma se le arriva una proposta da ‘LOL’?
“Ci vado!”.

Un papà affettuoso

‘LOL’ a parte, che padre è?
“Un padre che coccola. Ho due bambini, cerco costantemente le carezze”.

Le carezze le cerca soltanto o anche le dà?
“Le do, ma le rivoglio. Mi prendo cura dei miei figli e sono convinto che loro oltre che a ricevere carezze imparano a darle. Torno dal lavoro e li coccolo, li abbraccio, li bacio così come fanno loro quando tornano dall’asilo”.

Coccole e carezze sono un buon ingrediente per crescere i figli?
“Li vorrei sempre con me! Pensate che ho comprato un letto rotondo grandissimo, così spesso loro possono venire e si mettono vicino a me”.

Tutta la notte?
“Hanno la loro cameretta però accade che, a volte, si sveglino. Allora io batto sopra il materasso e loro capiscono che possono venire nel lettone. Sono i miei cuccioli, me li voglio godere adesso, poi cresceranno, ma in questo momento voglio dedicargli più tempo possibile. Giochiamo e scherziamo insieme ogni volta che sono libero”.

Le hanno mai chiesto: “Papà cosa fai di lavoro?”
“Loro sanno cosa faccio”.

Cioè?
“Il più grande ha nella sua testa papà Giovanni e papà Mitch. Tanto che una volta ci ha chiamato la maestra chiedendo chiarimenti perché lui parlava di questi due papà, lasciando intendere che ci fossero due figure maschili ben distinte. Papà Mitch è quello con la cresta che va a lavorare, l’altro è quello che sta a casa, gioca e li coccola prendendosi cura di loro”.

Mitch dj, cosa farà da grande?
“Il pensionato! Sono una persona cui piace vivere alla giornata, vivo l’attimo, non lo so cosa accadrà. Posso dire che mi godo ciò che faccio attimo dopo attimo”.

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