Il cantante è completamente cieco dall'età di 12 anni

"La mancanza della vista non accentua solo gli altri sensi; te ne dona un sesto. Capisci subito chi hai di fronte". Lo dice, intervistato dal Corriere della Sera, Andrea Bocelli. "So benissimo come sono fatti i miei figli. Mi sono cresciuti tra le mani. Sono molto fisico – racconta il cantante – ho bisogno di contatto; e se loro non lo volevano, lo imponevo". Al quotidiano spiega l'evolversi della malattia che l'ha reso cieco. "Il glaucoma – dice Bocelli – si è manifestato fin da subito. A pochi mesi ho avuto una serie di interventi chirurgici, di cui non ho memoria. A sei anni sono andato in collegio, a Reggio Emilia, per imparare a leggere in braille. Mia nonna mi aveva già insegnato a scrivere normalmente. Fino a 12 anni vedevo ombre, contorni. Poi una pallonata in pieno viso mi ha reso del tutto cieco". Eppure, ribadisce, "non ho nostalgie. Ho un'idea precisa del mondo". "La cecità – racconta ancora Bocelli – non mi ha scosso più di tanto. Mi sono sempre sentito in debito con il mondo. Fortunato. Felice".

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