di Virgina Michetti
Roma, 22 giu. (LaPresse) – “Ringrazio dell’amicizia di questa bella donna. Mi hanno detto che quando aveva capito che stava male aveva lasciato scritto ‘Se mi succede qualcosa voglio vicini Lino Banfi e Claudia Koll’. Se è vera questa cosa, mi onora”. Così Lino Banfi a LaPresse. Suo amico sin dagli Anni Ottanta, uno dei pochi del mondo dello spettacolo che le sono stati accanto, Lino Banfi ricorda per la generosità Laura Antonelli, l’attrice morta oggi a 73 anni nella sua casa di Ladispoli. “La ricordo l’ultima volta che andai a trovarla. Mi fece vedere la sua casa e le sue tristezze. Ricordo la sua sedia sghangherata, i pomodori mandati dalla chiesa, le diedi dei soldi che le avevo portato per aiutarla, e lei in presenza mia ne prese la metà e li diede a una signora. Le chiesi perché e lei mi disse ‘Ma Lino, lei è più inguaiata di me’. È sempre stata generosa e altruista”.
Una carriera distrutta dalla vicenda giudiziaria del 1991, in cui fu incriminata e condannata per possesso di cocaina, che ha avuto un contraccolpo pesantissimo sulla sua carriera, seguito dal flop del suo ultimo film, ‘Malizia 2000′, che la rovinò anche fisicamente, a causa di un intervento estetico che ne deturpo’ i lineamenti. “Ho cercato di fare molto per lei, sin dagli Anni ’90, già da tempo la cercavo e riuscii a trovare il suo numero quando non voleva più vedere nessuno del nostro ambiente”, racconta.
“La nostra amicizia è iniziata quando abbiamo girato insieme ‘Roba da ricchi’ – ricorda l’attore pugliese, parlando del film del 1987 diretto da Sergio Corbucci – aveva imparato l’accento pugliese e si divertiva molto con me, in quel film Claudia Gerini giovanissima faceva nostra figlia. Fu bello legare questa amicizia. Poi ho seguito le sue brutte vicissitudini che sono poi anche state tristemente ampliate al massimo dai media di allora”. L’arresto per possesso di cocaina, la condanna per spaccio di stupefacenti: vicende “esagerate – aggiunge Banfi – non aveva tutte queste colpe. Si era fatta guidare male da quelli che le stavano intorno, lo aveva ammesso lei stessa con me tempo dopo”.
Banfi ha cercato a lungo di avvicinarla nonostante l’attrice fosse recalcitrante. “La chiamavo e le dicevo ‘Ti devo venire a trovare’, le mi rispondeva ‘Non voglio, voglio che mi ricordi come ero nei film’. Ogni mese le mandavo qualcosa per aiutarla. Finché mi trovai a dover partire per Buenos Aires, e le dissi che non avrei più potuto mandarle quelle cose. Lei allora fu costretta ad accettare e mi disse ‘Va bene, incontriamoci'”. Vederla e “riabbracciarci fu un trauma nel bene e nel male. Lei mi vide commosso, e mi chiese perché”. Uno shock “non solo perché fisicamente si era gonfiata moltissimo, per la triste storia della plastica facciale” ma anche per le condizioni di indigenza in cui viveva. “Le promisi che avrei fatto qualcosa per aiutarla. Cercai di svegliare le coscienze politiche – racconta – non l’avessi mai fatto”. Banfi nel giugno 2010 fece un appello pubblico agli allora ministro alla Cultura Sandro Bondi e premier Silvio Berlusconi per il riconoscimento della legge Bacchelli a favore dell’attrice, procedura che venne attivata.
“Dopo questa cosa – prosegue Banfi – in tanti iniziarono a reclamare dicendo ‘Ma come, Banfi aiuta la Antonelli e quella quando aveva i soldi si è divertita’, e a chiedere aiuti a loro volta, dai circensi agli artisti d’opera. Laura vide tutto questo e subito scrisse una lettera pubblica in cui in pratica diceva ‘Non voglio niente da nessuno’. Ci rimasi malissimo e mi allontanai”. In quella lettera l’attrice ringraziava per l’interessamento ma chiedeva di “essere dimenticata”. “Mi sento in colpa per non averla più aiutata e non essermi più interessato in questi ultimi 4 anni”. Confermiamo che davvero nelle ultime volontà dell’attrice c’è il desiderio della sua presenza ai funerali. “Allora ufficialmente non potrò mancare”, risponde.
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