di Virginia Michetti
Torino, 7 feb. (LaPresse) – Gianluca Grignani salirà quest’anno sul palco del festival di Sanremo per la sesta volta con ‘Sogni infranti’, dopo il suo esordio nel 1995 con ‘destinazione paradiso’. In mezzo ‘Il giorno perfetto’ del 1999, ‘Lacrime dalla luna’ nel 2002, ‘Liberi di sognare’ nel 2006, ‘Cammina nel sole’ nel 2008, più l’esibizione con Pierdavide Carone e Lucio Dalla nella canzone ‘Nanì’ nel 2012. ‘Ma per me è come tornare per la prima volta dopo 20 anni. Vero che sono tornato diverse volte, ma credo che, sia artisticamente sia umanamente, tutti cresciamo, e per me la canzone che porto ha questa valenza’ spiega. È fiero della canzone con cui è in gara, che definisce ‘una delle più belle che sento di aver scritto. Sicuramente lo è il testo’. Il cantautore milanese, che compirà 43 anni il prossimo 7 aprile, alla vigilia della kermesse canora diretta quest’anno da Carlo Conti, parla del festival e del brano con cui è ingara, ma soprattutto racconta la sua evoluzione personale e professionale. Perché, afferma, ‘in fondo io vado a Sanremo anche per far capire, a chi non lo avesse ancora capito, quello che è il cambiamento di un artista dopo vent’anni’.
Allora venivi descritto come un ‘rocker maledetto’ e questa definizione ti è rimasta appiccicata addosso. Ora hai superato i 40, hai una moglie (Francesca Dall’Olio, sposata nel 2003, ndr) e quattro figli (Ginevra, Giselle, Giosuè Joshua e Giuseppe Joseph).
‘Infatti. Posso capire che facesse piacere perché avevo i capelli lunghi ed ero un anticonformista, ma adesso ho 42 anni e questa cosa deve cambiare. Deve cambiare per rispetto almeno per la musica che faccio e per i fan che mi seguono. A volte è anche imbarazzante. Ci sono artisti che copiano loro stessi da sempre, io non ho mai fatto un disco uguale all’altro, sono sempre stato eclettico nelle mie scelte. E continuo ad esserlo. Secondo me merito un po’ di più come definizione, sarebbe anche giusto. Anche perché trovo che un certo tipo di giornalismo sia un po’ anacronistico, il web è molto più vicino e avvicina. Non che mi lamenti, ma voglio tornare su quel palco anche per quello, per far vedere chi sono a questa età’.
Avevi 22 anni, adesso ne hai quasi il doppio, le cose cambiano.
‘Certo. Anche il mio modo di pensare. A 20 anni sei esuberante e vedi le cose in una certa maniera, a 42 sicuramente cambia l’atteggiamento. Poi credo di scrivere meglio oggi di quando avevo 20 anni, penso di avere un valore aggiunto. Diventi più vecchio, allo stesso tempo hai una visione delle cose diversa. Ora quando scrivo non penso solo a me stesso. Per esempio, ‘Sogni infranti’ non parla di me, parla della gente. C’è tanta umiltà in questa canzone, e l’umiltà è una cosa che ho capito ed imparato. Già al terzo ero in difficoltà (ride), ma quando mi è nato il quarto figlio ho capito che dovevo proprio mettermi in parte se volevo continuare a vivere con la mia famiglia, dovevo buttare via il mio ego. E lì ho imparato cos’è l’umiltà, che l’umiltà è amore, che tra l’altro è una frase che c’è nella mia canzone ‘Come un tramonto’ nell’album nuovo’.
Il tuo ultimo disco, ‘A volte esagero’, è uscito lo scorso settembre. Come mai hai deciso di partecipare a Sanremo?
‘Quando mi hanno suggerito di provarci, subito ho pensato che al festival bisogna andare con un pezzo veramente importante, che al momento non avevo. Ma poi ho iniziato a lavorare sopra quella che è poi diventata ‘Sogni infranti’. Ho fatto chiamare Carlo Conti per chiedergli cosa ne pensava se mi fossi proposto e lui mi ha detto di fargliela sentire. Qualcuno tra l’altro l’ha definita coraggiosa e sono d’accordo: Carlo scegliendola ha dimostrato di credere nella canzone, che non è prettamente sanremese, e lo ringrazio per questo’.
Raccontami quindi di ‘Sogni infranti’, che definisci una ballata sociale: a cosa è ispirata?
”Sogni infranti’ parla della società di oggi: ho preso spunto da quello che succede in Italia. L’ho scritta tra ottobre e novembre, ispirandomi all’attualità. Ad esempio, la frase ‘un azzurro fiume scende da quelle colline’ non è casuale, ho preso un po’ quello che è successo a Genova che mi ha colpito moltissimo’.
È una delle poche canzoni dell’edizione di quest’anno che non parlano d’amore.
‘Questo era nelle intenzioni. Non è nata per Sanremo, pur essendo nata per partecipare al festival. Ne vado molto orgoglioso e mi auguro che piaccia. L’ho scritta pensando alle persone, al periodo storico che stiamo vivendo. È una canzone di tutti. L’ho scritta perché la gente si senta parte di qualcosa, che sentendola si possa sentire meno sola. È di tutti e spero che faccia da collante, perché è poi quello a cui servono le canzoni’.
Come sono stati gli ultimi tre anni, tra ‘Natura umana’ e l’ultimo disco’ A volte esagero’?
‘Gli ultimi tre anni sono stati un po’ burrascosi. Sia perché abbiamo cambiato casa diverse volte, sia perché sono stato preso di mira dai media, quindi anche con la famiglia ho dovuto tenere tutto insieme ed è stata dura, ma credo che il periodo peggiore sia passato. Comincio ad avere di nuovo il vento in poppa. ‘Sogni infranti’ per me è l’emblema di questa cosa, la consapevolezza che viene a galla’. (Grignani a luglio 2014 ha avuto una disavventura giudiziaria dopo essere stato arrestato a Riccione per resistenza a pubblico ufficiale, patteggiando poi un anno di reclusione – con pena sospesa – e il risarcimento a due carabinieri e all’Arma, ndr.)
Tua moglie e la tua famiglia ti sono state vicine
‘Anche se voglio bene ai miei genitori e a mia sorella, nella vita non ho avuto grandi punti di riferimento. Ma come tutte le persone che passano dall’immaturità alla maturità, quando cambiano hanno bisogno di punti di riferimento, ed è stato così anche per me. Per me la mia famiglia è tutto, è quello che ho costruito nella vita, è fondamentale. La cosa che tengo a fare di più è difendere, ma sono un cantautore, perché non dovrei dire che la mia vita è quella? Sono un uomo sposato che ha una vita un passato, un futuro, un presente, ed è la ragione per cui scrivo’.
E chi è Gianluca Grignani adesso, quando scende dal palco, arriva a casa e chiude la porta?
‘Sono esattamente lo stesso, in ogni posto, lo stesso artista e la stessa persona. Non devo mettere su la maschera, anche se devo cantare e farlo bene, esprimere quello che scrivo e mi diverte farlo per cui ho una marcia in più sul palco. Certo ho dovuto imparare cosa vuol dire non essere egocentrici, e per un artista è difficile. Ma non solo. Già soltanto per un padre, ovvero per uomo che viene giustamente messo in disparte e deve mettersi da parte quando nascono i bambini, è giusto così. Specie quando ne hai quattro. Quindi sono cambiato in questo senso, ma allo stesso tempo per i miei cari, chi mi conosce difficilmente mi vede diverso, ma non ho mai diviso le due cose’.
Che padre sei?
‘Sono un padre che tende ad esserci, perché so che la cosa importante è questa. Non si nasce imparati, come si suol dire, ma sto imparando e ci sono, sono sempre presente’.
La tua famiglia verrà con te in tour?
‘Non posso, due dei bambini vanno a scuola ed è stressante per me, figurarsi per loro. Vediamo per Sanremo, se passo fino a sabato li faccio venire a fare un giro, perché mi piacerebbe averli con me, ma non ci abbiamo pensato sinceramente’.
Quando sei a casa che musica ascolti?
‘Ho uno studio mio dove ascolto musica e dove lavoro e ho non so quanti dischi, tutti vinili tra l’altro. Passo dai Radiohead ai Doors, a De André e Tenco, ai Led Zeppelin, Bob Dylan, da Neil Young a De Gregori, a Nick Drake. Poi lavorandoci su viene fuori anche che sono le mie influenze, la musica da cui nasce la mia musica. Dai cantautori italiani ho imparato cosa vuol dire essere un uomo che fa musica, l’atteggiamento, che se hai qualcosa da dire lo devi avere fino in fondo. Per quello che riguarda il suono e il modo di suonare, l’approccio alla costruzione di una canzone, la fantasia che esprime non soltanto la parola ma anche la melodia, moltissimo l’ho preso dagli americani e dagli inglesi’.
Che libri ci sono sul tuo comodino?
‘In questi giorni sto leggendo ‘Intelligenza Emotiva’ di Daniel Goleman. Poi viaggio tra la fantascienza di Philip K. Dick e l’horror classico di Bram Stoker e Stevenson, leggo tanto Kafka e Oscar Wilde, ogni rtanto riprendo ‘Cuore di tenebra’ di Conrad, leggo filosofia, mi prenderai per matto ma mi piace molto leggere di fisica che trovo sia interessantissima e mi tocca tanto che mi sembra di arrivare addirittura alla religione. Come Steven Hawking ‘Dal big bang ai buchi neri’, la teoria della relatività di Einstein. ultimamente ho trvato bellissimo ‘Open’ di Agassi, essendo un amante del tennis’.
I tuoi profili social, Twitter e Facebook, li segui tu?
‘Da un po’ di tempo in qua ho preso in mano tutto il mio management. Credo sia giusto che lo gestisca io perché ho una visione delle cose personale e le persone che lo fanno con me sono molto in sintonia. È un gruppo di persone, ma non sono al corrente di tutto, di più. E rispondo sempre io ai fan o ai follower. Mi piace perché è un canale privato dove esprimermi profondamente’.
Dopo Sanremo inizia il tour, che prende il via il prossimo 21 marzo (dal comprensorio Adamello Ski Pontedilegno-Tonale, a quota 3000 metri. Sei pronto a tornare a suonare dal vivo?
‘Non vedo l’ora, in parte è come prendersi un’altra vacanza dalla routine familiare! Poi ho voglia di suonare e tanto. Partiremo da 3000 metri, dal ghiacciaio Presena, un palco di ghiaccio dove la partenza dovrà essere calorosa per forza. E arriveremo a Taormina a zero metri, insomma uniremo come immaginario tutta l’Italia’.
Chi ci sarà con te sul palco?
Al basso Max Gelsi, alla chitarra Salvatore Cafiero, poi Diego Scafidi fisso alla batteria, Fabio Massimo Colasanti che oltre a essere chitarrista e tastierista è il coordinatore di tutto e tutti, il mio braccio destro. Il tastierista lo stiao ancora valutando. E i miei fonici storici. Stiamo lavorando a un concerto importante, la scaletta durerà un’ora e cinquanta. Con le scenografie di Marco Lodola.
Ci vediamo sul palco dell’Ariston intanto.
‘Sì. Sanremo è un modo di lanciare questo disco, che ha anche un duetto con Emis Killa, la cover di ‘Vedrai vedrai (di Luigi Tenco, che Grignani canterà nella serata delle cover a Sanremo, ndr) e due altri pezzi nuovi. Sono contento di come è stato preso ‘A volte esagero’, ma ha ancora bisogno di essere scoperto come vorrei. Per questo spingo sull’acceleratore’.
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