Roma, 9 dic. (LaPresse) – “Se continuano a scoppiare scandali di questa portata, ci dobbiamo aspettare tumulti di piazza, ma quelli veri. Io per strada ci vado, dal barbiere, dal benzinaio, allo stadio, e avverto il clima diffuso. Non c’è più spazio per l’ironia, c’è solo rabbia, indignazione, voglia di reagire. La gente si chiede ‘Ma chi diavolo abbiamo messo lì, a comandare?'”. Così l’attore romano Carlo Verdone in un’intervista sul quotidiano ‘La Stampa’. “Quelli che hanno un’anima – aggiunge – se ne vanno, è inevitabile…Per me Roma è tutto, il luogo che non vorrei mai abbandonare, ma anche la città dove, alla seconda pioggia, l’asfalto si spacca, dove in piena estate, a luglio, gli alberi hanno un aspetto malato, dove i marciapiedi sono sempre sgretolati, una città opaca, ben lontana da quella celebrata da Tito Livio, ormai siamo una cloaca”.

“Una grossa parte della classe politica non tutta ovviamente, è di bassissima qualità – continua Verdone – e quindi facilmente abbordabile dalla malavita. Il politico dovrebbe essere una persona seria, autorevole, dovrebbe aver seguito un corso di etica, essere animato da grande passione, aver fatto bene l’università e conoscere a fondo la letteratura italiana…Mi è capitato che un politico, uno in vista, che fa comizi, mi si rivolgesse dicendo ‘se io dovrei darle un consiglio, caro Verdone…'”.

“C’è un detto latino “gli stati più corrotti sono quelli dove abbondano le leggi”. Noi siamo campioni di legislazione, di comma e sottocomma, la burocrazia è talmente complicata e terrificante che porta alla corruzione”, conclude Verdone.

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