Roma, 7 mag. (LaPresse) – “Mi sento offeso e diffamato dalle dichiarazioni di mia moglie sulla nostra vita intima. Il nostro matrimonio è stato consumato, abbiamo numerosi testimoni, prima e dopo, nel senso che Valeria ha sempre vantato le mie doti amatorie di marito davanti agli amici”. Così l’imprenditore Giovanni Cottone replica alle dichiarazioni che Valeria Marini ha rilasciato ieri in un’intervista al Corriere, a cui ha detto di voler chiedere l’annullamento delle nozze alla Sacra Rota perché “il nostro matrimonio non è mai stato consumato”. “Immagino – afferma oggi l’imprenditore 56enne – lo abbia detto per ottenere l’annullamento dalla Sacra Rota e per fare in futuro un altro show come il primo, parlo del nostro matrimonio: mica penserà che volessi pure io quella roba all’americana”.

L’imprenditore palermitano a Rtl 102.5 dice di parlare da “meridionale” per cui “certi valori ce li ho nel Dna”. Compreso il senso della famiglia, che invece la showgirl sarda ha criticato, affermando che il futuro ex marito aveva un atteggiamento “arrogante e aggressivo” nei confronti della madre e del fratello della Marini e che “Ha usato toni inaccettabili verso i miei familiari”. “Mi è spiaciuto leggere che non sono andato per scelta al funerale del papà di Valeria, un uomo buono, il migliore della famiglia, ma la mamma non mi ha voluto e purtroppo la figlia è sua succube” dice Cottone al Corriere.

Riguardo l’ipotesi che ci sia un altro uomo, insinuazione che la Marini respinge con forza, Cottone afferma che “Ripercorrendo a ritroso il nostro matrimonio ho buoni motivi per pensarlo”. A proposito dei “guai finanziari” per cui Valeria ha detto di averlo “aiutato, anche economicamente, perché era giusto farlo”, Cottone replica “sulle questioni economiche sono creditore e non debitore, pur riconoscendo che Valeria mi ha aiutata”.

Le carte per la separazione sono state depositate il 16 aprile Cottone in conclusione parla di “dignità offesa” e, mentre si riserva di ricorrere alle vie legali, “Per adesso mi basterebbero le pubbliche scuse. Poi, qualora non trovassimo un accordo per la consensuale, con il mio avvocato deciderò cosa fare”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata