Per gli scienziati è ancora indispensabile mantenere il distanziamento, che resta la "massima garanzia" per contenere i contagi

Vaccinare tutto il personale scolastico, docente e non docente, prima dell’inizio dell’anno ma anche, gradualmente, i ragazzi. E’ la raccomandazione del Cts al ministero dell’Istruzione, che aveva chiesto un parere sui nodi della riapertura.

Gli scienziati fanno appello ai politici perché intraprendano “ogni sforzo per raggiungere un’elevata copertura vaccinale” del personale, “promuovendo campagne informative, ma anche individuando delle misure, anche legislative”. Sull’obbligo, il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, non ha “pregiudizi”, ma lo considera “l’ultima ratio”: “Servono leggi e una volontà condivisa. E’ un percorso lungo, ma il vaccino è un diritto e un dovere”, scandisce. Immunizzando un’ampia fascia di popolazione giovanile si potrebbe “ambire a controllare la pandemia” per il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.

Il Cts ritiene la presenza “assolutamente necessaria”, “non solo per la formazione ma anche per lo sviluppo psicologico dei ragazzi”. Un parere che unisce il Paese, soprattutto dopo i risultati disastrosi degli ultimi test Invalsi, secondo cui la pandemia ha aggravato il problema della dispersione scolastica e il livello di preparazione degli studenti.

A questo si lavora senza sosta a viale Trastevere, garantisce il ministro Patrizio Bianchi: “È un obiettivo che il Governo ha perseguito sin dal proprio insediamento. Già negli scorsi mesi, quando abbiamo affrontato la seconda ondata pandemica abbiamo comunque voluto che le bambine e i bambini della primaria potessero andare a scuola in presenza”, ribadisce. E rivendica di aver comunque “ridotto al minimo” l’utilizzo della formazione a distanza per tutti gli altri. Le risorse stanziate per il rientro in sicurezza a settembre sono importanti: oltre un miliardo e mezzo. Bianchi promette ogni sforzo per raggiungere la più alta copertura vaccinale possibile, “in modo da garantire una maggiore sicurezza a tutte e tutti al rientro”.

Allo stesso tempo, per gli scienziati è indispensabile mantenere il distanziamento, che è ancora la “massima garanzia” per contenere i contagi. Tenuto conto che in molti istituti però sarebbe impossibile così garantire la presenza al 100% degli studenti per mancanza di spazio, dove la distanza non sia possibile, si dovranno “mantenere le altre misure, a partire dall’uso delle mascherine di tipo chirurgico nei luoghi chiusi”. Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, chiede però che per non usare il distanziamento ci siano “motivi straordinari” e che comunque si garantisca la circolazione dell’aria. C’è, insomma, “un livello di flessibilità nelle condizioni di straordinarietà”.

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