Nel gioco di numeri e grafici sembrano ballare circa 6-7 miliardi di euro di costi aggiuntivi per realizzarla. E resta il nodo del traffico pesante

La resa dei conti tra Lega e Movimento 5 Stelle sembra molto vicina. Almeno sulla Tav. L'analisi costi-benefici sulla Torino-Lione, che il ministero delle Infrastrutture aveva blindato, pur avendola inviata alla Francia e all'Europa, è stata consegnata a Palazzo Chigi. E a breve sarà finalmente pubblica sul sito del Mit. Lunedì è arrivata anche sulle scrivanie, o nella posta elettronica, dei due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, come annunciato dal ministro Danilo Toninelli. "Finalmente si aprirà un dibattito pubblico talmente importante da partire dai numeri", ha spiegato il titolare dei Trasporti convinto che con le cifre alla mano "almeno non creerà opinioni e giudizi sul nulla, ma su dei dati scientifici". Ma se per Toninelli la decisione sarà scontata, dopo aver letto i risultati del documento tecnico,  Salvini ribadisce che "sarebbe un peccato lasciarla incompiuta" ma non perché lo dicono i francesi, "ma perché credo che serva agli italiani". L'analisi costi-benefici? "Non dormirò per leggerla – scherza – anzi la leggerò domani mattina". Rinviato infatti l'incontro con il premier Giuseppe Conte e con Di Maio previsto inizialmente nella tarda serata di lunedì.

I dati da visionare sono quelli della Commissione diretta dal professor Marco Ponti che, già nella bozza circolata nei giorni scorsi, bocciavano l'opera senza appello. Nel gioco di numeri e grafici sembrano ballare circa 6-7 miliardi di euro di costi aggiuntivi per realizzarla, rispetto ai reali benefici. Il nodo verte, tra le altre cose, sulla questione del traffico pesante, se cioè la linea ferroviaria ad Alta velocità sia effettivamente in grado di decongestionare il movimento merci su gomma riducendo l'inquinamento e i tempi di viaggio. Stando ai numeri riportati dagli esperti nell'analisi, non si avrebbe un effetto positivo: il traffico che quotidianamente insiste sulla tangenziale di Torino ammonta a 400mila veicoli, di cui 80mila mezzi pesanti.

Altro punto cardine, è capire se l'analisi abbia incluso tra i costi mancati i proventi dei pedaggi autostradali dovuti al trasferimento su rotaia del trasporto su gomma. "Siamo curiosi di sottoporre (al professor Ponti, ndr) questa e altre questioni, ferma restando la nostra posizione favorevole alla Tav", dichiara Diego Sozzani, capogruppo di Forza Italia in commissione Trasporti alla Camera dove mercoledì, dopo il gran rifiuto della scorsa settimana, verrà audito lo stesso Ponti.  Intanto, continua l'azzurro, "sono andati in fumo ben 300 mila euro: tanto è costata l'8/a analisi del professor Ponti".

Come sempre, tocca al premier Giuseppe Conte cercare di mediare, provando a sedare gli animi di quanti, industriali e imprenditori in primis, vedono nello stop alla Tav un blocco alle grandi opere del Paese: "Abbiamo pianificato miliardi di investimenti infrastrutturali nel nostro budget, quindi un potenziale 'no' all'alta velocità non rappresenterebbe un 'no' alle infrastrutture in generale", spiega il presidente del Consiglio.

Le opposizioni, però, si preparano a dare battaglia. Il parlamentare Pd, Davide Gariglio, annuncia di aver consegnato alla Corte dei Conti Ue la lettera di Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare l'opera, in cui quantifica in oltre 75milioni di euro mensili i danni provocati dal blocco delle gare d'appalto. "Ora che le elezioni abruzzesi si sono svolte, la smettano con la pantomima elettorale – afferma il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino -. Il governo decida una volta per tutte, così sarà chiaro chi vuole mettere il Piemonte in un angolo e chi invece lavora per la crescita, la sicurezza, l'ambiente".
 

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