Bruxelles accetta la proposta italiana, ma Dombrovskis sottolinea: "Accordo non perfetto". Il rapporto deficit/Pil nominale sarà al 2,04%. Le ultime risorse trovate con la dismissione di immobili

Stop alla procedura di infrazione e senza "cedere sui contenuti", come ci tiene ad assicurare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella sua informativa al Senato. Ma si tratta di un accordo "non perfetto", precisa il vicepresidente della commissione Ue Valdis Dombrovskis, secondo cui "se le cose dovessero andar male possiamo tornare sulla questione a gennaio". E dunque gli occhi dell'Europa rimangono bene aperti, seguendo la votazione in Parlamento "per verificare che l'accordo sia approvato", e anche dopo, "nell'ambito del semestre europeo", perché non ci siano nuovi cambi di rotta rispetto alle misure addizionali trovate dall'Italia che "ammontano a 10,25 miliardi". Dallo "0,8% della manovra iniziale italiana, il peggioramento strutturale è stato portato ora a zero", ha insistito il commissario Pierre Moscovici secondo cui l'accordo "dimostra che la Commissione non è nemica del popolo italiano come qualcuno voleva dipingerci".

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Si chiudono così – o almeno per il momento – tre mesi di tira e molla che hanno visto divisi Roma e Bruxelles ma in cui "abbiamo lavorato per avvicinare le posizioni – ha ricordato Conte – senza mai arretrare rispetto agli obiettivi che, con il voto del 4 marzo, gli italiani hanno ritenuto prioritari nell'azione di Governo". Il premier, in particolare, ha sottolineato che "abbiamo lavorato con determinazione per evitare la procedura di infrazione" e che "i ritardi" nei lavori sulla manovra non sono stati causati da incertezze interne" ma il rallentamento è stato "a causa dell'interlocuzione con l'Unione europea".

"Abbiamo varato una manovra economica espansiva – ha rivendicato – all'esito di una trattativa serrata condotta con tenacia e determinazione abbiamo raggiunto un punto di equilibrio sostenibile" e "non abbiamo tradito la fiducia che cittadini hanno riposto in noi e mai lo faremo finché saremo al governo". Ora l'azione dell'esecutivo "può proseguire a ritmo pieno, senza quegli  effetti pregiudizievoli che una procedura di infrazione  avrebbe comportato'.

Rivisto dunque il deficit, al 2,04% (con la previsione del Pil ribassata all'1% nel 2019) e i saldi, pari 10 miliardi e 254 milioni nel 2019, 12 miliardi e 242 milioni nel 2020, 15 miliardi e 997 milioni nel 2021. Riviste anche le clausole di salvaguardia Iva per il 2020 e il 2021: "Per l'anno 2020, di 12,2 miliardi di euro in misure presentate dal governo italiano, 9,4 miliardi sono salvaguardie sull'Iva, quindi è una strategia che poggia moltissimo sull'attuazione delle clausole di salvaguardia sull'Iva", ha sottolineato Dombrovskis.

Quando il 21 novembre scorso, ha ricordato Conte, la commissione ha formalizzato le sue riserve sulla versione rivista del Dpb presentato dall'Italia "i margini di negoziazione sono risultati subito davvero contenuti ed esigui ed è stato allora che con il sostegno dei vicepremier, dei ministri e del ministro dell'Economia in particolare mi sono assunto l'onere di riannodare i fili". All'Europa "abbiamo chiesto che la manovra fosse valutata non solo con il filtro dei saldi contabili ma anche con la valutazione dei numerosi interventi". Durante la cena di lavoro con Juncker e negli incontri informali a margine di altri eventi "ho potuto constatare alcune rigidità ma anche la predisposizione al dialogo. In questo contesto si è reso necessario un altro sforzo" culminato nell'intesa raggiunta in extremis. "Possiamo dire in coscienza di aver realizzato appieno il mandato ottenuto dai cittadini e di avere conseguito con pieno senso di responsabilità una soluzione condivisa buona per gli italiani e soddisfacente per l'Europa", assicura il premier.

 

 

 

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