Il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera ospite del forum PoliticaPresse

A volte la politica è una questione di chimica. Lo sa bene Francesco D'Uva, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, ospite del forum PoliticaPresse. L'esponente pentastellato, laureato in Chimica presso l'università di Messina, sua città natale, con una tesi sul fotovoltaico di terza generazione sviluppata presso il Cnr, prova a spiegare la formula che tiene in piedi la maggioranza giallo-verde: "Ci prendiamo un po' a cazzotti, ma le cose le stiamo facendo".

A suo modo di vedere, meglio un po' di litigiosità che fare come in passato, quando "andavano tutti d'amore e d'accordo, ma poi c'era una stasi generale". Se Carroccio e Cinquestelle fossero elementi, per D'Uva sarebbero "idrogeno e ossigeno, assieme scoppiano, ma combinati formano l'acqua, che è fondamentale per andare avanti. Probabilmente questo governo, seppur se è esplosivo, è fondamentale per fare andare avanti il Paese".

Partendo dall'attualità, è vero che la maggioranza vuole le dimissioni del ministro dell'Economia?

"Giovanni Tria è un ministro del governo gialloverde, quindi di questa maggioranza. Sembra che ci sia uno strappo, ma nessuno chiede le sue dimissioni, questo è importante ribadirlo".

Quindi non è vero che vorreste sostituirlo con un esponente della Lega?

"Con un leghista penso proprio di no… scusate, ma se proprio dovessimo sostituirlo, al massimo lo faremmo con uno dei Cinquestelle. A parte l'ironia, questo punto non è proprio in discussione. I mercati sono molto sensibili a quel ruolo, quindi non bisogna fare nulla che possa allertarli e quindi creare problemi al Paese".

Resta comunque aperto il capitolo sui rimborsi ai truffati delle banche, un nodo ancora da sciogliere.

"Se abbiamo preso un impegno in campagna elettorale, abbiamo previsto la spesa, allora dobbiamo farlo. Non può essere un tecnico a decidere, altrimenti lasceremmo la politica in mano a quattro tecnici. Quindi deve essere la politica a dire ai tecnici quello che devono fare".

Tornando al rapporto con la Lega, sul tema della castrazione chimica la divisione è netta, tanto che dagli alleati vi è arrivata l'accusa di aver votato con le opposizioni su Codice rosso, bocciando l'ordine del giorno di FdI.

"Anche loro, se è per questo, visto che hanno votato con Fratelli d'Italia. Ho letto che si parlava di sconcerto, che io non vedo. Non so chi fosse la fonte, perché le persone con cui ho parlato io, a partire dal collega capogruppo (Riccardo Molinari, ndr) e i cittadini sapevano benissimo, perché lo abbiamo detto pubblicamente, che non avremmo votato la castrazione chimica. Detto questo, anche il centrodestra si è spaccato, visto che Forza Italia ha votato in maniera differente".

A suo avviso il centrodestra esiste ancora e c'è possibilità che si ricomponga?

"Negli enti locali c'è, ma a livello nazionale non lo vedo. Non credo che la Lega voglia tornare al passato. Secondo me a Salvini non conviene tornare con Berlusconi, ma soprattutto non conviene al Paese".

La ristrutturazione del M5S è al centro del dibattito con gli eletti, teme che qualcuno possa proporre di stracciare il contratto con la Lega?

"Chiunque voglia andare contro questa alleanza con la Lega, deve anche fornire una proposta alternativa concreta. Non per il Cinquestelle, ma per il Paese".

I debiti di Roma, secondo la sindaca Virginia Raggi, ammontano all'incirca sui 12 miliardi, ma nelle ultime ore è stato siglato l'accordo tra il Comune e lo Stato per mettere fine alla gestione commissariale del debito del Campidoglio.

"È una vittoria per tutti. A Roma c'è un debito molto forte, che ci trasciniamo dai tempi di Veltroni. Finora abbiamo pagato fior di interessi, adesso lo Stato se ne fa carico, ma non sarà un peso ulteriore per i cittadini, perché si pagheranno meno interessi".

Dopo i riflettori per le vicende giudiziarie, un po' di ossigeno per il M5S?

"Il caso De Vito ci ha fatto molto male, leggendo quelle intercettazioni. Per questo è stato espulso subito, al di là delle sentenze che stabiliranno colpevolezze o innocenze".

Alessandro Di Battista si è iscritto a un corso di falegnemeria a Viterbo, eppure ci sono le europee il prossimo 26 maggio.

"Ad Alessandro abbiamo chiesto di candidarsi, però ci ha fatto capire che lo avrebbe fatto solo per far contenti noi, non perché lo volesse. E se non è convinto di una cosa, non sarebbe riuscita a farla bene".

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