Intervista al parlamentare siciliano del Pd, che ha provato invano a salire sulla nave

Il parlamentare siciliano del Pd Davide Faraone ha provato, invano, di salire a bordo della Diciotti, attraccata da lunedì 20 agosto nel porto di Catania con a bordo 177 migranti provenienti dalla Libia più l'equipaggio. Ma dalla nave non si può scendere né salire. Il divieto di sbarco emesso dal Viminale blocca le pratiche che consentirebbero quanto meno a chi è sulla terraferma di prestare soccorso ai passeggeri, alcuni vittime di torture e abusi.

Faraone, ci può raccontare cos'è accaduto?

Ho chiesto alla Capitaneria di Porto e al prefetto di Catania di poter salire a bordo della Diciotti per toccare con mano le condizioni di salute di quanti sono sequestrati a bordo, ma mi hanno detto che è impossibile.

Perché?

Manca la 'libera pratica' che attesta le condizioni sanitarie delle persone a bordo. Si fa sempre prima che i migranti sbarchino, ma siccome il permesso di farli scendere dal Viminale non c'è, evitano di farla. E' tutto bloccato. Finché non la fanno nessuno può salire a bordo né scendere. Di fatto è sequestrato anche l'equipaggio. Ma a questo punto c'è un rischio epidemia.

Il divieto è per tutti?

Al momento è autorizzato soltanto il procuratore di Agrigento Patronaggio, titolare dell'inchiesta sul trattenimento dei 177 migranti. A un certo punto sembrava essere partito un contrordine dalla Capitaneria di porto, ma è subito rientrato.  Anche il segretario Martina viene qui per provare a salire sulla Diciotti, ma non hanno dato il permesso neppure a lui.

Intende presidiare il molo?

Andrò di nuovo lì finché non mi faranno salire sulla nave: pretendo di sapere qual è lo stato di salute di quanti si trovano bloccati sulla Diciotti mentre i due ministri titolari sono in vacanza.
 

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