L'incontro a Palazzo Chigi con i ministri competenti. Diplomazie al lavoro su missione premier negli Usa
I dazi di Donald Trump preoccupano ancora. L’incontro a Palazzo Chigi inizia praticamente in contemporanea con la notizia del nuovo crollo di Piazza Affari. Mentre la Borsa di Milano chiude con un ribasso del 5,18%, Giorgia Meloni riunisce nella sede del governo la ‘task force’ varata per affrontare l’impatto delle tariffe imposte dall’amministrazione americana all’Unione europea. Al termine, dopo circa un’ora e mezza, mentre a Bruxelles vengono stabilite le prime contromisure in vigore dal 15 aprile, viene ribadita la linea: “Una ‘guerra commerciale’ non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti. È emersa la necessità di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi”, riferisce Palazzo Chigi, aggiungendo che “si è discusso, inoltre, degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo”. “Noi come governo italiano facciamo tutto quello che possiamo in Italia, è fondamentale che a Bruxelles qualcuno si svegli. Senza guerre commerciali. Chi pensa di rispondere a dei dazi con dei contro-dazi fa il male dell’Italia, dei lavoratori e degli imprenditori italiani”, è la sintesi del vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini.
Il vertice a Palazzo Chigi
Alla riunione partecipano i vicepresidenti del Consiglio Antonio Tajani e Salvini, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida e il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e per il Pnrr, Tommaso Foti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. I quali illustrano alla premier le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese. Proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive, in programma per domani (dalle 15 Confindustria, poi a seguire Pmi e associazioni agricoltura). L’obiettivo di Meloni è avere in tempo breve un’idea il più possibile chiara, per l’economia italiana e del quadro complessivo, dell’impatto e dei settori maggiormente danneggiati nei diversi scenari, una linea d’azione per sostenere quelle filiere, un set di proposte da portare in Europa su come affrontare e rispondere a questa crisi e una linea di negoziato con gli Stati Uniti.
La missione di Meloni negli Usa
Negoziato che peraltro Meloni potrebbe affrontare direttamente col presidente Donald Trump in occasione della missione negli Usa su cui le diplomazione sono al lavoro da settimane. La data ufficiale del bilaterale alla Casa Bianca non è ancora stata comunicata, ma il terzo viaggio di Meloni oltreoceano del 2025 – dopo i due di gennaio (il primo a Mar-a-Lago nella residenza di ‘The Donald’, il secondo a Washington per il giuramento del tycoon) – potrebbe concretizzarsi a metà della prossima settimana, appena prima dello sbarco a Roma del vicepresidente americano JD Vance, atteso in Italia per il ponte di Pasqua. “Mi auguro che la missione che ci sarà nelle prossime settimane del presidente del Consiglio possa essere utile”, le parole del titolare della Farnesina, Tajani, chiaro anche sul mandato affidato alla ‘task force’: valutare le iniziative più idonee per sostenere il mondo imprenditoriale. Che attraverso il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha già formulato una proposta: “Ormai si è capito che il piano Industria 5.0 (6,3 miliardi di incentivi del Pnrr agli investimenti in digitale e ambiente) non funziona. È inutile che continuiamo a spingere su una misura che, se siamo fortunati, assorbirà due miliardi in tutto. Il Pnrr è stato pensato per abbattere le emissioni, ora invece l’obiettivo è salvare l’industria europea. Quindi con i soldi rimasti del Pnrr, come con quelli dei fondi di coesione, e sono davvero tanti, serve il coraggio di puntare sulle priorità di attuali”.
L’opposizione all’attacco
La linea del governo non convince però l’opposizione che va ancora all’attacco. “Mentre Meloni spera che le cose si risolvano da sole, l’economia italiana sta subendo colpi micidiali per le decisioni del suo amico Trump, come dimostra l’ulteriore tonfo di oggi della Borsa di Milano e delle altre piazze mondiali”, afferma Elly Schlein ricordando che “gli altri governi europei, a partire da quello spagnolo di Sanchez, stanno mettendo in campo misure forti per proteggere e sostenere imprese e lavoratori, Meloni invece fa solo appelli alla calma”. Per la segretaria del Pd serve “urgentemente un bagno di umiltà e di realtà da parte del governo, sono in gioco decine di migliaia di posti lavoro: sostenga un negoziato europeo per interrompere l’applicazione dei dazi e predisponga un piano per sostenere i settori dell’economia italiana più colpiti, perché l’incertezza in queste settimane ha già fatto danni enormi mentre lei usava ancora il condizionale per non urtare Trump. Ora basta fare finta di niente”. A parlare di “casa in fiamme” è invece il M5s: “Oggi in Borsa vengono bruciati altri miliardi. Di fronte a tutto questo la maggioranza si affida a Giorgia versione ‘Mr. Wolf’, che il 16 aprile andrà a parlare con Trump convincendolo che deve azzerare i dazi non solo per l’Italia, ma per tutta Europa. Stiamo freschi”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata