Scintille in Parlamento dopo le parole di Piantedosi e Nordio: nel mirino soprattutto l'assenza della premier in Aula
Scintille in Parlamento, come era prevedibile, tra maggioranza e opposizioni nel giorno dell’informativa sul caso Almasri da parte dei ministri della Giustizia e dell’Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. Per il centrosinistra è proprio questo il punto: in Aula non avrebbero dovuto esserci loro ma la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che invece non ha presenziato né alla Camera né al Senato. Secondo quanto filtra da palazzo Chigi, la premier non avrebbe seguito l’informativa dei ministri alla Camera perché impegnata in una riunione. Nel pomeriggio, invece, quando Nordio e Piantedosi si sono spostati al Senato sempre per riferire sulla vicenda Almasri, Meloni ha incontrato nella sede del governo il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Thomas Bach. Nessuna reazione ufficiale quindi da parte di Meloni, messa nel mirino con fermezza dall’opposizione. Un attacco messo in preventivo a palazzo Chigi, una “vetrina” per Schlein e Conte che è stata però “confinata” al dibattito parlamentare.
Schlein: “Meloni presidente ‘del coniglio’
Ed è qui infatti, nelle aule parlamentari, che le opposizioni attaccano. Tutti i leader prendono la parola, per prima Elly Schlein alla Camera: “Oggi – dice – è una giornata triste per la democrazia, Nordio e Piantedosi sono venuti in Aula a coprire le spalle della premier. Ma oggi in quest’Aula doveva esserci Giorgia Meloni, che invece manca di rispetto all’Aula e al Paese“. Schlein attacca anche Nordio: “Lei non ha parlato da ministro in quest’Aula, ma da avvocato difensore di un torturatore“. Ma è sulla premier che si concentrano le invettive della segretaria dem: “Meloni ha mandato i suoi ministri in Aula, un atteggiamento da presidente del coniglio, non del Consiglio“. Parole che in serata il vicepremier Antonio Tajani definirà “volgari e non istituzionali. A volte per essere spiritosi si rischia di essere sciocchi”.
Avs mostra foto di persone torturate da Almasri
In Aula, poco dopo Schlein, interviene Conte: “Oggi c’è una grande assenza del presidente Meloni, scappa davanti al Parlamento e agli italiani, è un atto di viltà istituzionale“. Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, “ci troviamo dal blocco navale al blocco morale, politico e giuridico, avete solo una via d’uscita: distrarre gli italiani dalla realtà“. “Ma la condanna politica e morale gli italiani ve la hanno già data”, conclude, non prima di aver dedicato una stilettata a Nordio, accusato di aver parlato “da giudice assolutore di un torturatore. Lei oggi è stato scandaloso”. Dai banchi di Avs Nicola Fratoianni e i deputati mostrano foto di persone torturate da Almasri. Meloni, dice Fratoianni “ha deciso di mandare qui due autorevoli prestanome di successo”.
La replica di Fratelli d’Italia
La replica di Fratelli d’Italia non si fa attendere: il partito via social ribatte a Schlein che “se Giorgia Meloni è un Presidente del coniglio, tu e il tuo partito siete la sua carota. Non ci fermerete, andremo avanti con le riforme, ma soprattutto logoreremo il vostro sistema di potere e ogni tipo di illegalità. Proprio come fanno i roditori”. Per tutta la maggioranza, da Fdi a FI e Lega, i ministri hanno spiegato che l’operato del governo nella vicenda di Almasri è stato corretto. Il caso è chiuso, insomma, e un’informativa anche della premier su questo tema sembra ormai fuori discussione. “Abbiamo fatto l’informativa oggi, abbiamo fatto tutte le informative del caso, che altro dobbiamo aggiungere? Riferiremo” alla premier la richiesta delle opposizioni “e vedremo”, dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, parlando con i cronisti in Senato.
Renzi: “Meloni non Lady di ferro ma Omino di Burro”
Ma anche a Palazzo Madama, dopo le parole di Nordio e Piantedosi su Almasri, le opposizioni sono sul piede di guerra. “C’è una sola persona che oggi ha fatto la scelta meno dannosa, Giorgia Meloni. Quella seggiola vuota là, è la cosa più intelligente che Giorgia Meloni potesse fare oggi”, dice Matteo Renzi, spiegando che Meloni “da oggi non può più parlare di sicurezza. Ha perso la faccia, l’onore e la dignità“. Altro che ‘Signore degli Anelli’, ironizza Renzi, il suo libro è ‘Le avventure di Pinocchio’: “Pensavate di aver trovato la Lady di ferro, Margaret Thatcher, ma avete trovato l’Omino di Burro, Giorgia Meloni, forte coi deboli e debole coi forti”. Per Carlo Calenda “la dignità dello Stato è stata svilita perché le istituzioni si sono contraddette, non abbiamo rispettato un mandato della Corte Penale Internazionale e abbiamo fatto fare a questo bandito un carosello infamante in Libia” con il rimpatrio di Almasri con volo di Stato.
Giorgia Meloni non è una lady di ferro ma è l’Omino di Burro, La Russa è Mangiafoco, Piantedosi e Nordio sono il gatto e la volpe. Il libro di questo Governo non è Il Signore degli Anelli ma le Avventure di Pinocchio. Il mio intervento in Senato oggi. https://t.co/6ayad4LgC4
— Matteo Renzi (@matteorenzi) February 5, 2025
Accenno di bagarre dopo l’intervento di Balboni
La seduta di Palazzo Madama sul caso Almasri si chiude tra le polemiche e con un accenno di bagarre dopo l’ultimo intervento in programma, quello del senatore di FdI Alberto Balboni: “Nel mandato di cattura della Cpi non c’è una parola sull’immigrazione. Invece, senatore Boccia, di immigrazione si parla molto nell’inchiesta sul tesoriere del Pd della Campania, uomo di sua fiducia. Anche lei forse non poteva non sapere”. A quel punto il capogruppo dem chiede e ottiene, tra le urla dell’Aula, di poter replicare: le parole di Balboni, chiosa, “non offendono solo me, perché sono stato citato direttamente, ma l’intera comunità del Pd. Legare questa vicenda al Pd e dire che il Pd e tutte le persone, tra cui io, che hanno fatto il commissario in Campania hanno la responsabilità politica diretta nella gestione dell’immigrazione irregolare è semplicemente vergognoso e dà il senso di quanto in basso stiamo scadendo nel confronto politico”.
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