La premier a 'Diritto e rovescio': "Con riforma giustizia liberiamo magistratura da correnti"

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, risponde alle critiche del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, don Matteo Zuppi, sulla riforma del cosiddetto premierato, l’elezione diretta del presidente del Consiglio. “Non so esattamente di cosa sia preoccupata la Conferenza episcopale italiana visto che la riforma del premierato non interviene nei rapporti tra Stato e Chiesa. Ma mi consente anche di dire, con tutto il rispetto, che non mi sembra che lo Stato Vaticano sia una Repubblica parlamentare, quindi nessuno ha mai detto che si preoccupava per questo. E quindi facciamo che nessuno si preoccupa“, ha detto la premier in un’intervista televisiva a ‘Dritto e rovescio’ su Rete4. Il cardinal Zuppi, qualche giorno fa, aveva detto che nell’ultima assemblea dei vescovi alcuni partecipanti avevano espresso preoccupazioni sulla riforma e su una possibile alterazione degli equilibri istituzionali

“Con riforma giustizia liberiamo magistratura da correnti”

Meloni ha parlato poi della riforma della giustizia varata mercoledì dal Consiglio dei ministri, che separa le carriere di pm e giudici e alla quale l’Associazione Nazionale Magistrati, il sindacato delle toghe, ha promesso di opporsi duramente. “Abbiamo fatto una norma che riguarda il tema del Csm, che è l’organo di autogoverno della magistratura, è quello che decide gli avanzamenti di carriera, che decide le questioni disciplinari dei magistrati. Noi abbiamo deciso di modificare la selezione dei componenti del Csm e di farla per sorteggio perché vogliamo liberare la magistratura dal problema delle correnti politicizzate“, ha affermato. “Questa è una misura che va a beneficio di tutti quei magistrati, la grande maggioranza, che vogliono fare bene il loro lavoro e che non vogliono sottostare a una logica correntizia per la quale può accadere che vada avanti più chi è fedele a una determinata corrente piuttosto che chi è stato più bravo nel suo lavoro”, ha spiegato la premier aggiungendo di ritenere che “anche questa misura porta concretamente dei benefici, insieme a quella per cui abbiamo tolto il settore disciplinare al Csm e l’abbiamo portato su un organismo terzo indipendente, perché è accaduto anche che i magistrati in moltissimi casi, anche di fronte alle questioni diciamo più macroscopiche, non venissero mai fatti oggetto di decisioni disciplinari“. Ha quindi raccontato: “C’è un giudice che ha portato a processo i vertici di una delle nostre grandi aziende di Stato, l’Eni, per corruzione, processo durato anni che si è risolto con l’assoluzione per tutti gli imputati. Questo giudice è a sua volta oggi sotto processo per aver occultato delle prove che andavano a favore delle persone che accusava, è sotto processo ma non gli è mai stato fatto un provvedimento disciplinare. Io penso che quando disponi della vita e della libertà della gente ci voglia anche responsabilità”. E ha concluso: “Noi stiamo facendo una riforma che va a favore della magistratura e che la aiuta anche in quella responsabilità“.

“RdC? Schlein mente, mantenuto sostegno per chi è in difficoltà”

Tra gli argomenti trattati dalla presidente del Consiglio nella sua intervista anche quello del reddito di cittadinanza, sul quale Meloni ha accusato la segretaria del Pd, Elly Schlein, di mentire quando afferma che il governo ha lasciato senza sostegno tante persone in condizioni di povertà. “Elly Schlein mente ed è una buona notizia, perché quando la gente ha bisogno di mentire significa che non ha molto da dire sulla realtà. E sono in grado di dimostrarlo, come sempre”, ha detto Meloni. “Sul reddito di cittadinanza noi abbiamo fatto una cosa che avevamo preso l’impegno a fare e cioè distinguere chi poteva lavorare da chi non poteva farlo. Abbiamo mantenuto per le persone in difficoltà che non erano in condizioni di lavorare uno strumento di sostegno che si chiama assegno d’inclusione. Per quello che riguarda il Sud, voglio ricordare che il Governo ha appena fatto un decreto che riguarda la riorganizzazione delle risorse dei fondi di coesione, che prevede particolarmente per le regioni del Sud, perché sono soldi che vanno soprattutto alle regioni del Sud, ci sono circa 3 miliardi per chi assume persone al Sud. Tutto il resto sono francamente chiacchiere”, ha aggiunto.

La replica di Schlein: “Meloni ha smantellato il RdC, è senza ritegno”

Poco dopo, è arrivata la replica di Schlein. “Giorgia Meloni è senza ritegno. Ha abolito il reddito di cittadinanza per rendere l’Italia l’unico Paese d’Europa che non avrà uno strumento universale contro la povertà, quando Istat dice che la povertà assoluta tocca un italiano su dieci, il picco degli ultimi dieci anni. Non io, ma l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha spiegato che rimarranno senza sostegno 400mila famiglie. Uno studio di Banca d’Italia parla addirittura di quasi un milione di famiglie che verranno lasciate senza nessun aiuto dal governo Meloni. Potevamo migliorarlo insieme ma hanno deciso di smantellarlo, riducendo le risorse e discriminando l’accesso”, ha affermato. “Dall’alto della sua poltrona a Palazzo Chigi Meloni ha l’arroganza di voler decidere chi è povero e chi no secondo criteri surreali: la povertà non dipende dalla tua età o da com’è fatta la tua famiglia. Ho incontrato persone che hanno perso il sostegno e hanno 58 anni senza più figli a carico e non sanno come comprare da mangiare, i corsi di formazione non sono partiti e lavoro non ne trovano. Per la destra la povertà è una colpa individuale, per noi è un grave problema sociale dovuto a politiche che dobbiamo cambiare. Cara Presidente del Consiglio, non sono tanto le bugie della sua propaganda a stupire, quanto l’assenza di qualsiasi sensibilità verso l’Italia che fa più fatica. Non si scherza sulla pelle della povera gente“, ha concluso. 

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