La premier: "Con von der Leyen collaborazione istituzionale"

“Ho dimostrato che le cose” in Europa “si possono cambiare con forza, con coraggio, con determinazione e anche con un po’ di buon senso. Un’Italia che sa assumere il suo ruolo, che non va a rimorchio degli altri, che ha consapevolezza di sé può fare da capofila e apripista su molte politiche“. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo a ‘Giù la maschera’ su Rai Radio1.

“Le correzioni che abbiamo visto in questi mesi” in ambito europeo “su molte questioni che ci avevano afflitto nei mesi passati sono per buona parte merito di un governo che a testa alta, con coraggio, con determinazione, con chiarezza, con schiettezza e con lealtà riesce a porre i problemi tirandosi alla fine dietro molti altri paesi”, ha aggiunto Meloni citando come esempio il protocollo con l’Albania sulla migrazione: “Ci sono 15 nazioni che hanno firmato una lettera alla Commissione europea dicendo sull’immigrazione bisogna seguire il modello del protocollo tra Italia e Albania”.

“Quindi non stiamo inseguendo come l’Italia purtroppo ha fatto molto spesso dicendo ‘vediamo che fanno Francia e Germania e accodiamoci‘. No, non è la mia politica. La mia politica è che l’Italia ha il ruolo per essere apripista su molti dossier, per indicare la rotta all’Unione europea”, ha concluso. 

Europee, Meloni: “C’è margine per costruire maggioranza diversa in Parlamento”

“Per quello che mi riguarda io non cerco compromessi, cerco di cambiare una cosa che non funziona, e se gli italiani mi danno una mano penso di poterci riuscire. L’opportunità che c’è oggi con queste elezioni europee di modificare il quadro non è mai esistita, lo si deve a noi e ne dobbiamo approfittare. Io penso che l’Europa debba diventare un valore aggiunto e non debba essere un ostacolo come molto spesso è stato in questi anni. So che diciamo gli italiani vedono l’Europa con una cosa abbastanza lontana ma da questo punto di vista voglio fare un appello al voto perché l’Europa nei prossimi cinque anni si occuperà di noi anche se noi non ci occupiamo di lei, il problema è come si occuperà di noi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo a ‘Giù la maschera’ su Rai Radio1.

“Io penso che l’Europa si debba occupare delle materie che le competono e penso che debba essere molto meno invasiva. Questo dipende soprattutto dagli equilibri che si creeranno nella prossima legge, ma il punto è che oggi c’è il margine per costruire una maggioranza diversa al Parlamento europeo e quindi per costruire un’Europa diversa, che faccia politiche diverse”, ha sottolineato la premier.

Meloni: “Con von der Leyen collaborazione istituzionale”

“Oggi tutti capiscono che noi siamo quelli che possono fare la differenza, che siamo gli unici come Italia, come conservatori, che possono costruire un cambio di passo in Europa, ed è quello a cui lavoriamo. Dopodiché, con von der Leyen io ho una collaborazione istituzionale, come era normale che facessi perché è il presidente della Commissione europea, e quindi certe letture italiane mi fanno abbastanza sorridere. A me interessa solo portare a casa i risultati, e li ho portati a casa pur stando all’opposizione dell’attuale Commissione europea in Parlamento”, ha aggiunto Meloni.

Ucraina, Meloni: “Lavoriamo con Kiev per pace, se la vuole Putin si ritiri”

 “Se la Russia avesse voluto la pace non avrei mosso guerra”, ha poi affermato Meloni sul conflitto in Ucraina. “Sono molti mesi che io sento dire che le cose vanno molto male e che la Russia sfonda, ma anche questa è molta propaganda russa perché i dati dicono un’altra cosa – ha spiegato la premier -. I dati dicono che il 24 febbraio del 2023, dopo un anno di guerra, la Russia controllava il 17,2% del territorio ucraino e oggi ne controlla il 17,5%. E intanto ha avuto più perdite di tutte le perdite che l’Italia ha avuto durante la seconda guerra mondiale. Quindi non mi pare che gli stia andando così bene”.

Meloni ha poi aggiunto che “ogni tanto bisognerebbe anche interrogarsi sul perché Putin è mosso guerra all’Ucraina”, e lo ha fatto “perché ha promesso al suo popolo che avrebbe riportato la Russia ai suoi confini storici. Che vuol dire? Potenzialmente vuol dire Ucraina, Moldova, Georgia, un pezzo della Finlandia, i paesi baltici e forse la Polonia. Era una guerra imperialista. Se noi avessimo consentito a quella guerra imperialista di muoversi velocemente, noi la guerra ce l’avremmo avuta molto più vicina a casa nostra, quindi attenzione a rincorrere una certa propaganda”.

“Oggi si comincia a diciamo ragionare di tavoli negoziali non grazie a quelli che hanno detto che l’Ucraina andava mollata, ma grazie a quelli che hanno reso questo tentativo espansionistico russo difficile sostenendo l’Ucraina – ha proseguito la premier -. Adesso in lavorazione c’è una prima bozza di conferenza di pace in Svizzera a margine del G7 italiano, quindi si comincia a dialogare. Noi stiamo cominciando a lavorare con gli ucraini per capire quali possano essere i passi da fare. Putin? Vedremo le sue carte. Intanto sono che ha invaso il territorio ucraino. Se vuole la pace, si può ritirare. Evitiamo di fare noi la propaganda russa”.

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