La premier ha anche parlato del ritorno di Chico Forti in Italia: "Bella pagina per governo"

La premier Giorgia Meloni, ospite questa mattina di ‘Mattino Cinque’, su Canale5, è tornata sul dibattito televisivo con Elly Schlein, poi saltato. “Mi dispiace molto, altrimenti non avrei dato la mia disponibilità a organizzarlo”, ha affermato la leader di Fratelli d’Italia. “Mi dispiace molto perché secondo me è un’occasione persa – ha aggiunto -. Partendo dal presupposto che molti mi hanno detto ‘ma chi te lo fa fare? Il presidente del Consiglio non si è mai confrontato con l’opposizione in campagna elettorale, soprattutto se sulla carta è in vantaggio. Non ci si confronta’, secondo me il confronto è una cosa sempre bella e aiuta i cittadini a capire che cosa sta accadendo”. 

Meloni: “Chico Forti? Contenta di aver mantenuto impegno, bella pagina per governo”

“Perché tanta soddisfazione per Chico Forti? Io ho provato soddisfazione perché intanto conosco Chico Forti da diversi anni, perché da diversi anni seguivo le sue vicende, seguivo il suo caso, perché conosco la sua famiglia, perché sono contenta di una madre che può riabbracciare suo figlio dopo tanti anni, e perché sono contenta di aver mantenuto un impegno. Sono contenta di essere riuscita dove altri non erano riusciti. Credo che sia stata una bella pagina per questo governo, per le nostre autorità”, ha poi aggiunto Meloni. “Voglio ancora una volta ringrazia anche i nostri colleghi statunitensi per la loro collaborazione, ma penso che dopo 24 anni di carcere fosse giusto per Chico poter tornare in Italia e poter riabbracciare sua madre“, ha concluso.

Meloni: “‘Giorgia’ su scheda perché io una del popolo, no su piedistallo”

“E’ un trucco che chieda di votarmi scrivendo il mio nome? Io questi dibattiti della sinistra non li seguo più. Cosa devo dire, Giorgia Meloni detta ‘Sbirulino’? Io mi vorrei occupare di cose normali…”, ha poi affermato la premier. “Io ho detto mi piacerebbe che se decidete di votarmi scriveste anche solo Giorgia sulla scheda perché la cosa della quale io vado più fiera dopo un anno e mezzo che faccio il presidente del Consiglio dei ministri è che quando incontro le persone la gran parte delle persone si rivolge a me dandomi del tu e chiamandomi Giorgia”, ha sottolineato.

“Ed è una cosa della quale io vado fiera perché significa che il ruolo non ha creato distanza e che io sono ancora la persona del popolo che ero quando sono diventata presidente del Consiglio. E per quanto alla sinistra dei salotti, dei radical chic, questo possa innervosire, io sono fiera di essere una persona del popolo, sono fiera del fatto che le persone ritengano di potersi rivolgere a me dandomi del tu, ritengano che io non sono una persona che si sente su un piedistallo. Questa è una cosa che a me piace. Alla sinistra farebbe probabilmente diciamo orrore”. 

 “Io non ho una laurea, sono arrivata a fare il presidente del Consiglio dei ministri. Puoi arrivare dappertutto anche purtroppo se non hai avuto le condizioni di partenza che alcuni hanno potuto avere. Quindi ti puoi laureare, fai benissimo a laurearti. Non ti puoi laureare? Non tutto è perduto”, ha aggiunto la premier.

Meloni: “Lavoro per alleare partiti compatibili tra loro”

“E’ la maggioranza che sostiene i provvedimenti in Parlamento che alla fine fa la linea politica, ed è la stessa cosa in Europa. Per cui noi stiamo lì a impiccarci sul tema del nome del presidente della Commissione europea, ma la verità è che la vera sfida è costruire una maggioranza diversa da quella che abbiamo visto negli ultimi cinque anni, che è un’innaturale maggioranza tra Ppe, socialisti e liberali“, ha sottolineato poi Meloni.

“Ppe un alleato possibile in Europa? Certo, per me i partiti di centrodestra sono potenzialmente alleabili. Io voglio provare a rifare in Europa quello che abbiamo fatto in Italia, dove abbiamo messo insieme partiti di centrodestra di varia estrazione e abbiamo mandato all’opposizione la sinistra. Mi piacerebbe fare la stessa cosa in Europa: alleare i partiti compatibili tra loro in termini di visione, pur con sfumature completamente diverse come ci sono in Italia, e mandare all’opposizione la sinistra. È una sfida difficile ma affascinante, e secondo me si può arrivare a centrare”, ha concluso la premier.

Meloni: “Ha limitato libertà Stati, bisogna tornare indietro”

“La nostra libertà, la nostra democrazia, la nostra pace sono tutte conquiste che bisogna continuare a difendere” perché “non lo abbiamo fatto particolarmente negli ultimi anni. Non lo ha fatto per esempio l’Unione europea che era troppo impegnata a occuparsi di questioni di lana caprina per accorgersi che per esempio le nostre nazioni non controllavano più niente per quello che riguarda l’approvvigionamento fondamentale”, ha poi aggiunto Meloni.

“Oggi la sfida europea secondo me è tornare padrona del suo destino, occuparsi di meno cose e farlo meglio – ha sottolineato la premier -. L’Ue in questi anni ha preteso di dirci che cosa potevamo e che cosa non potevamo mangiare, quale macchina potevamo e quale macchina non potevamo guidare… Mi pare che ci sia da questo punto di vista una limitazione della libertà delle persone e degli stati nazionali sulla quale bisogna tornare indietro. L’Ue può dare e deve degli obiettivi ma poi gli stati nazionali decidono come conseguirli”.

Lega, Meloni: “Inaccettabile aggressione ad attivisti”

“L’aggressione avvenuta a Rivoli ai danni di due attivisti della Lega, di cui un minorenne, mentre svolgevano attività di volantinaggio è preoccupante e inaccettabile. A loro e a tutta la comunità della Lega la mia totale solidarietà”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. 

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