Giulia Bongiorno: "Separare carriere non è assoggettare toghe al governo"

Agitazione nel dibattito politico dopo le parole di Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, nella trasmissione ‘In mezzora’ su Raitre in merito al progetto di separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri allo studio del ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Il cittadino ha una sproporzione di mezzi rispetto allo Stato che lo accusa. Questo è il tema che ha posto il ministro Nordio e ha fatto bene a porlo. Come affrontarlo, con la separazione delle carriere, rivedendo l’obbligatorietà dell’azione penale, in altri Paesi le procure rispondono al ministero della Giustizia, lo vedremo“, ha affermato il deputato del Carroccio. Parole che hanno scatenato le polemiche nelle opposizioni, che hanno accusato il governo di voler fare in modo che i pubblici ministeri siano assoggettati al potere esecutivo. Molinari, poi, ha parzialmente ritrattato, dicendo di essere stato “travisato”.

Molinari: “Mai detto di volere pm sotto ministero”

“Trovo stupefacente che un ragionamento volto a stemperare le polemiche su uno scontro fra politica e magistratura sia stato riportato in senso diametralmente opposto. A differenza di quanto riportato da alcuni quotidiani che hanno ripreso le mie dichiarazioni tv di ieri alla trasmissione ‘In Mezz’ora’ sulla giustizia, travisandole, preciso di non aver mai detto di auspicare che i pubblici ministeri debbano rispondere al ministero della Giustizia. Ho solo evidenziato un fatto, cioè che in altri Paesi europei e del mondo dove esiste il processo accusatorio, come in Italia, i pm rispondono al ministero, mentre oggi in Italia solo accennare all’ipotesi di separazione delle carriere viene dipinto come un inaccettabile attacco all’indipendenza della magistratura. Ribadisco, invece, che oggi in Italia esiste soprattutto un evidente problema di sistema nella fase delle indagini preliminari e in particolare in relazione ai provvedimenti cautelari rispetto ai quali è necessario garantire maggiormente la tutela dei cittadini, in corretta applicazione dei principi costituzionali di presunzione di innocenza e di effettivo diritto alla difesa. Anche grande parte della magistratura penso sia disponibile a ragionare su come risolvere questo problema e su come completare la riforma del processo accusatorio dell’88 arrivando a effettive garanzie per l’individuo in ogni fase processuale. Il ministro Nordio ha sempre posto la questione in questi termini e riteniamo che sia il modo giusto di procedere, auspicando che le soluzioni migliori possano essere trovate senza scontri istituzionali, che di certo la Lega non vuole”, si legge in una nota di Molinari.

Bongiorno: “Separare carriere non è assoggettare toghe al governo”

Ci ha tenuto a ribadire che la riforma non intaccherà l’indipendenza della magistratura anche Giulia Bongiorno, responsabile del dipartimento Giustizia della Lega e presidente della commissione Giustizia del Senato. “La posizione della Lega è la stessa che da anni portiamo avanti. Per noi la separazione delle carriere è importante, abbiamo fatto anche un referendum su questo. Quindi, questo dimostra quanto la Lega sia assolutamente consapevole della rilevanza di questa riforma. Ma contemporaneamente siamo consapevoli che separazione delle carriere non significa affatto voler assoggettare una parte della magistratura all’esecutivo. Quindi, indipendenza della magistratura e separazione delle carriere. Ribadisco: indipendenza“, ha dichiarato Bongiorno a LaPresse. 

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