Il ministro torna a spingere per la creazione di una commissione parlamentare d'inchiesta
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, torna a spingere per la creazione di una commissione parlamentare d’inchiesta ad hoc che faccia luce sul presunto ‘dossieraggio’, vale a dire i presunti accessi illeciti alle Segnalazioni di Operazioni Sospette (SOS) sulle banche dati della Direzione Nazionale Antimafia da parte del finanziere Pasquale Striano con riferimento a centinaia tra politici e vip. Sulla vicenda sta indagando la procura di Perugia, ma Crosetto, nel Question Time al Senato, chiede che ci sia un approfondimento anche da parte del Parlamento. “Io vorrei che il Parlamento, proprio per la democrazia, arrivasse a ridefinire i confini e far riprendere fiducia nelle istituzioni da parte di tutti i cittadini“, ha affermato. “In questo momento le persone che amministrano la giustizia – ha proseguito – la polizia giudiziaria, chi ha accesso alle banche dati, tutti noi veniamo coinvolti nella delegittimazione complessiva in cui sembra che lo scontro di potere autorizzi chiunque a fare qualunque cosa“.
“Rischio che vicenda si chiuda senza approfondimenti”
Senza l’istituzione di una commissione d’inchiesta, ha aggiunto il ministro, “il rischio di questa vicenda è che finisca come tante altre vicende che alla fine non hanno portato a nessun accertamento definitivo… senza andare a fondo alle logiche, alle persone, agli interessi che ci sono dietro“. Ha poi detto che “il Parlamento, il massimo luogo dove la democrazia trova compimento, deve secondo me interrogarsi sulle regole in atto, sulle persone che di queste cose possono abusare, su chi può avere interessi, su come queste cose possono influenzare la vita democratica e politica, indipendentemente dalle parti”.
“Non credo pericoli per sicurezza Paese”
In ogni caso, ha poi proseguito Crosetto, “per quanto riguarda la sicurezza nazionale io non penso che ci siano dietro questa vicenda specifica delle problematiche che possano riguardare la sicurezza e la difesa del Paese. Ci sono altri tipi di problematiche che secondo me vanno al di là di questa inchiesta”. Ha precisato: “Sono moltissimi i casi di accessi alle banche dati fatti, non solo in questa quantità e non solo in ambienti così prestigiosi, e per i quali sono state condannate persone in giro per l’Italia in questi anni. C’è una vicenda che riguarda l’abuso di accesso da parte di alcune persone che hanno il potere di farlo per difendere il Paese, e questo può riguardare responsabilità personali oppure può riguardare un sistema di potere quando gli accessi sono migliaia e servono per formare dei dossier in ambienti dove non è neanche previsto”.
“Dopo 7 ottobre nessun trasferimento armi in Israele”
Nel Question Time del ministro, poi, anche una precisazione con riferimento all’invio di armi da parte dall’Italia verso Israele. “Dopo il 7 ottobre non sono state concesse nuove autorizzazioni dall’Unità per le Autorizzazioni dei Materiali d’Armamento (Uama) per il trasferimento di armi in Israele, determinando una sospensione che prosegue tuttora. Anzi la sospensione è stata definita in questo senso tempestiva e incisiva”, ha affermato Crosetto. “Le licenze autorizzate prima del 7 ottobre erano già state in gran parte utilizzate. Su quelle già autorizzate prima, e non ancora utilizzate, l’Uama ha già fatto verifiche caso per caso e non riguardano materiali che possono essere impiegati con ricadute sui civili a Gaza”.
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