Intanto i leader della maggioranza hanno fatto il punto sull'azione di governo

Di nuovo tutti a pranzo assieme per un’analisi del voto e fare un punto dell’azione di governo. All’indomani del successo in Abruzzo i leader del centrodestra si sono ritrovati a palazzo Chigi così come avevano fatto dopo il ko in Sardegna. A differenza di quanto avvenuto con Paolo Truzzu, stavolta il candidato non ha ‘tradito’ le aspettative, consentendo alla coalizione di tirare un sospiro di sollievo: Marco Marsilio ha infatti centrato il bis e, come sottolineato di buon mattino via social dalla premier Giorgia Meloni, è diventato “il primo presidente nella storia dell’Abruzzo ad essere riconfermato dagli elettori per un secondo mandato”.

“E’ per noi motivo di grande orgoglio che i cittadini abruzzesi abbiano voluto continuare a dargli fiducia, e con lui a dare fiducia al centrodestra, che si conferma maggioritario – sottolinea quindi la presidente di FdI -. È una fiducia che, come sempre, non tradiremo. Continueremo a lavorare per restituire all’Abruzzo e all’Italia il posto che meritano”. L’esito del voto consente a Meloni di tirare anche una stoccata al centrosinistra, unito come non mai in Abruzzo per sostenere lo sconfitto Luciano D’Amico. “Non importa quanto un campo sia largo – la parole della premier -, quello che conta è quanto quel campo sia coeso”.

Nel centrodestra però leggendo i dati definitivi, e confrontandoli con quelli di cinque anni fa, non tutti possono esultare allo stesso modo. In FdI, come confessa la responsabile della segreteria politica del partito Arianna Meloni, c’è “grande soddisfazione, siamo andati bene, abbiamo stravinto”. E gli alleati? “Non entro nelle dinamiche degli altri partiti”, taglia corto la sorella della premier. Anche perché se da un lato c’è Forza Italia che sale, dall’altro c’è la Lega che continua a scendere. Per il segretario Antonio Tajani quello di FI in Abruzzo è un “ottimo risultato, siamo saliti di due punti e mezzo rispetto alle politiche e aumentati parecchio rispetto alle regionali del 2019”. “Ora l’obiettivo – aggiunge il vicepremier – è superare il 10% alle europee”, dove non esclude di candidarsi, ma prima “ne parlerò con Matteo e Giorgia perché una scelta di questo tipo va presa in seno alla coalizione”.

La premier non ha ancora sciolto il nodo facendo sapere che deciderà all’ultimo momento utile, ma tutto fa pensare che alla fine scenderà in campo per la sfida di giugno. Chi invece si è già espresso, tirandosi fuori dalla contesa, è l’altro vicepremier Matteo Salvini che deve fare i conti con un trend negativo che non si arresta. Il dato negativo nel centrodestra è infatti tutto ascrivibile al Carroccio che in Abruzzo viene quasi doppiato da FI e passa dal 27,5% del 2019 al 7,6% di ieri.

Il segretario leghista su X parla di “bella vittoria del centrodestra, con un buon risultato per la Lega che supera i 5Stelle“. Non proprio il massimo calcolando il tracollo del Movimento. Così per tornare a sorridere meglio guardare in casa altrui, ovvero in Portogallo dove “l’amico e alleato André Ventura” ha centrato “uno straordinario successo” col partito di estrema destra Chega. “Il vento del cambiamento soffia forte in tutta Europa, aspettando il 9 giugno”, scrive Salvini su Facebook cerchiando una data spartiacque, per la Lega e forse anche per gli equilibri del governo.

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