Il premier Rama: "Al fianco di Roma, nessuno può farcela da solo"

Il Parlamento albanese ha approvato l’accordo sui migranti con l’Italia con 77 voti favorevoli e nessuna astensione ma tra i fischi dei deputati dei conservatori all’opposizione che hanno cercato di interrompere la sessione. Secondo l’intesa l’Albania accoglierebbe in due centri sino a 3mila migranti alla volta per periodi di circa un mese mentre vengono esaminate le loro richieste di asilo. 

Mesila Doda del Partito Giustizia, Integrazione e Unità, i cui tre membri hanno votato a favore dell’accordo, ha detto che “stiamo parlando di un Paese (l’Italia ndr) che ci ha sempre sostenuto nel nostro cammino”. La Camera dei deputati italiana ha approvato l’accordo a gennaio, seguita dal Senato a inizio febbraio. In virtù dell’intesa verranno allestiti in Albania due centri per un costo stimato per l’Italia di oltre 600 milioni di euro in cinque anni.

A Roma spetta la gestione dei due hub e la premier, Giorgia Meloni, ha previsto che possano essere operativi entro la primavera di quest’anno. L’Italia rimarrebbe legalmente responsabile dei migranti durante tutto il processo e li accoglierebbe se venisse loro concessa la protezione internazionale o organizzerebbe il loro trasferimento dall’Albania se la domanda venisse respinta. 

Rama: “Al fianco dell’Italia, nessuno può farcela da solo”

“L’Albania è al fianco dell’Italia scegliendo di agire come uno Stato membro dell’Unione europea e accettando di condividere un peso che l’Europa dovrebbe affrontare unita come un’intera famiglia di fronte a una sfida audace che trascende le tradizionali divisioni tra destra e sinistra”. Lo scrive su X il premier albanese, Edi Rama, dopo che il Parlamento di Tirana ha ratificato l’accordo sui migranti con Roma.

Secondo il leader albanese bisogna lavorare “insieme per trovare le risposte giuste, invece di usare la questione come carburante per lotte politiche interne che non fanno altro che aumentare la preoccupazione tra le persone del nostro continente e rendere il nostro futuro collettivo più incerto”. Nessun Paese, conclude Rama, “può risolvere da solo una sfida del genere, nessuna retorica o soluzioni rapide possono cambiarne la portata, e nessuna vecchia gloria o modo di pensare del passato può fornire una via di fuga nell’affrontare ciò che sta arrivando su tutti i fronti. Solo un’Europa più forte, più coraggiosa e più sovrana, fedele a se stessa, può farlo”.

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