Acceso botta e risposta in Aula tra la presidente del Consiglio, la segretaria del Pd e il leader del Movimento 5 Stelle

Il primo attacca sul via libera al nuovo Patto di stabilità, la seconda incalza sul dossier sanità. Come previsto alla vigilia, Giuseppe Conte ed Elly Schlein danno vita ad un acceso botta e risposta con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tornata a misurarsi nell’Aula della Camera con il question time.

Nel suo intervento la presidente del Consiglio, interrogata dal M5s sul Patto, mette prima nel mirino i governi presieduti dal leader del Movimento (“abbiamo ereditato un disastro in materia di bilancio”) per poi ribadire che è stato anche grazie al lavoro dell’Italia se sono state superate le vecchie “irrealistiche” regole ispirate “a una cieca austerità”. Per Meloni, d’altronde, i numeri del nuovo Patto sono “sostenibili per un governo serio”, e perciò quella sottoscritta a Bruxelles è stata alla fine “l’intesa migliore possibile”, anche in considerazione del fatto che al tavolo delle trattative si è arrivati “con un deficit al 5,3% causato soprattutto dalla ristrutturazione gratuita delle seconde e delle terze case”. Una “eredità pessima”, il ragionamento della premier legato al Superbonus, che comunque non ha impedito “di portare a casa un buon compromesso perché, in questo anno di governo, abbiamo dimostrato che la stagione dei soldi gettati al vento per pagarsi le campagne elettorali era finita”.

Per Conte, tuttavia, Meloni “è ossessionata dal superbonus perché vuole gettare fumo sugli italiani con questo mezzo di distrazione di massa”. La realtà, attacca l’ex premier, è che la leader di FdI “ha illuso gli italiani dicendo che sarebbe andata a Bruxelles a far tremare l’Europa ed è tornata con un ‘pacco’ di stabilità”. “Lei è un re Mida al contrario, tutto quello che tocca distrugge”, aggiunge battendo su un tasto caro al Movimento: “Siete riusciti solo a proteggere le spese per le armi, ma gli italiani hanno bisogno di leader che portino la pace. In Ucraina, tiri fuori questa benedetta proposta, a Gaza, dappertutto, porti la pace non le armi”.

Tema questo che in realtà nel corso della giornata tiene in fibrillazione anche il Senato a causa dell’ordine del giorno presentato dalla Lega al dl sulla proroga dell’invio di armi a Kiev che chiede un cambio di strategia all’esecutivo puntando più sull’azione diplomatica. Alla fine l’odg passa, ma solo dopo una riformulazione che evita pericolose frizioni in maggioranza. Frizioni che comunque negli ultimi tempi non sono mancate, soprattutto sull’asse Lega-FdI, ‘dopo l’apertura del dossier regionali e il ‘caso Sardegna’. Oggi tornano a pungere il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa (“per la Sardegna è stato usato un metodo, quello dei rapporti di forza nella coalizione, e quindi credo che ora questo stesso metodo debba essere utilizzato anche per i candidati delle altre regioni”, dice) e il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari che replica alla premier in aula: “Il tema di una riforma organica delle pensioni è nel programma del Governo e della Lega, serve un’età dignitosa per andare in pensione, e siamo qui a rinnovarle la richiesta di lavorare a una riforma organica delle pensioni”. In questo clima non è passata inosservata a Montecitorio una certa freddezza tra i banchi del Carroccio in occasione degli interventi della Meloni così come l’assenza in Aula del vicepremier Matteo Salvini, impegnato al Mit.

Il compito di riscaldare l’ambiente spetta a Elly Schlein che interroga la premier sul dossier sanità. “Lei è al Governo da 16 mesi e l’Italia aspetta delle risposte ora”, ricorda la segretaria dem chiedendo di togliere il blocco alle assunzioni e di mettere risorse per un piano straordinario. “Non le dirò ‘perché non lo avete fatto voi?’ – è però la risposta di Meloni -. Le dirò che considero un’implicita attestazione di stima il fatto che oggi chiediate a noi di risolvere tutti i problemi che voi non avete risolto nei 10 anni in cui siete stati al governo. Grazie per fidarvi di questo Governo. Ci stiamo occupando e ci occuperemo anche di questa eredità pesante perché per noi assicurare il diritto alla salute dei cittadini è una priorità assoluta”. In replica Schlein ribatte alla premier ricordando che “ieri avete dato il colpo di grazia con l’approvazione di una riforma sull’autonomia che spacca il Paese creando pazienti di serie A e di serie B. Non esiste nessuna destra sociale, questa è una destra letale sul diritto alla salute”. Poi, come Conte, attacca anche sul Patto di stabilità: “Ha confermato di aver accettato un compromesso al ribasso, prendendo atto di quello che hanno deciso Francia e Germania, ma devo dire che nelle scelte dei tagli sulla sanità si sta confermando la regina dell’austerità“.

Nel corso del question time Meloni torna anche sullo spinoso discorso legato a Stellantis sottolineando che “l’operazione di presunta fusione tra FCA e il gruppo francese PSA celava in realtà un’acquisizione francese. Noi vogliamo difendere l’interesse nazionale e instaurare chiaramente un rapporto che sia equilibrato con Stellantis“. L’obiettivo, conclude, è quello di “tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana e questo significa anche che se si vuole vendere un’auto sul mercato mondiale, pubblicizzandola come gioiello italiano, allora quell’auto deve essere prodotta in Italia, perché questa è un’altra questione che noi intendiamo porre.Queste sono le regole con l’attuale Governo e valgono per tutti”. 

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