Il ministro per lo Sport e i Giovani al convegno Sport Industry Talk

Il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, torna a parlare della necessità di una riforma del calcio italiano. “Sento parlare di riforme da quando nel 2010 diventai presidente della Lega B. Sono passati 13 anni e ricordo l’aspettativa di Tavecchio per il quale” la riforma dei campionati “è la madre di tutte le riforme. Non possiamo rimanere orfani”, ha detto Abodi parlando al convegno ‘Sport Industry Talk – Innovazione e nuove prospettive’ organizzato dal Corriere della Sera.

L’assemblea di marzo 2024

“Apprezzo la scelta di Gravina di convocare un’assemblea a metà marzo 2024 perché ognuno si prenda le sue responsabilità”, aggiunge Abodi, sottolineando che “ci sono diritti di veto che di fatto impediscono di riformare il sistema in modo adeguato. Mi auguro che prenda il sopravvento il senso di responsabilità perché il sistema calcistico è fondamentale, serve che venga messo in discussione e alleggerito”.

Impensabile che la Serie A continui a 20 squadre

Abodi precisa che “non è solo una questione di quantità squadre e numero di leghe”, ma evidenzia che “siamo tra i soggetti europei tra i più sovrastrutturati. E’ impensabile che il campionato” di Serie A “continui a essere a 20 squadre, così come la Serie B a 20 e la Serie C a 60“. “Non è solo un problema di numeri ma anche di reputazione e credibilità per un’equa competizione”. “Su questi elementi stiamo lavorando e continueremo a lavorare -assicura Abodi- perché il calcio vive anche di mutualità. L’obiettivo comune è quello di far funzionare la macchina e ancora una volta il tema infrastrutture è centrale. Dobbiamo accogliere i tifosi con lo stesso decoro che c’è in Europa, è arrivato il momento di migliorare le norme e renderle più efficaci”. Abodi poi annuncia “una ulteriore riforma in primavera della Legge Melandri, sulla gestione dei diritti tv e sull’architettura della mutualità, che sarà nel collegato alla Finanziaria. Ognuno deve fare la sua parte”.

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