Il leader Antonio Tajani: "Guiderà chi ha il consenso"

Forza Italia ridisegna il suo futuro all’ombra dei templi di Paestum. Il partito fondato da Silvio Berlusconi prende atto della fine di un’epoca, quella del leader carismatico il cui volto campeggia ancora ad ogni angolo dell’Hotel Ariston, e si riscopre “aperto e contendibile”. A dare le coordinate è il segretario nazionale Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, che più volte nell’arco della giornata rivendica il ruolo di Forza Italia “movimento politico al governo del Paese”.

Domani, ultimo dei tre giorni della kermesse di Paestum, si terrà il Consiglio nazionale di Forza Italia nel corso del quale è prevista l’elezione di quattro vicesegretari. “Poter eleggere il segretario e quattro vicesegretari – ha sottolineato Tajani – significa avere un congresso democratico. Oggi non c’è più il leader carismatico ma ci sono dei dirigenti che possono avere o meno il consenso, ed è giusto che chi ha il consenso all’interno del partito guidi il partito. A lui o a lei viene affidata la fiducia della base, perché noi rispondiamo alla base”.

Tajani è poi tornato sulla delicata questione del sostegno economico al partito, assicurando che “rimane l’impegno della famiglia Berlusconi a sostenere, nel rispetto delle regole, il movimento politico di Forza Italia. Paolo Berlusconi lo ha ribadito in maniera molto chiara, al di là di un titolo forzato che non corrisponde al vero”. Ma anche su questo fronte bisogna guardare oltre: “Purtroppo Silvio Berlusconi non c’è più – ha spiegato – quindi dobbiamo fare un partito che sia in grado di camminare con le proprie gambe”. Da qui il richiamo a “tutti coloro che vogliono avere un ruolo di responsabilità all’interno del movimento” affinché siano “in regola con il finanziamento. Ognuno di noi ha il dovere di aiutare il movimento che gli permette di essere in Parlamento. Bisogna rispettare le regole e se uno prende un impegno, questo poi va mantenuto. Io – ha rivendicato il vicepremier – sono abituato a pagare la mia quota di sostegno al partito e se uno non è impegnato a sostenere il partito non può avere cariche. Questo è normale e mi pare una cosa di buon senso”.

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