Bonaccini dell'Emilia-Romagna: "Parole al vento". De Luca, governatore Campania: "Non capiamo cose vuole fare il governo"

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, intervenendo a Radio24 ha parlato della questione migratoria, ricordando che il territorio emiliano-romagnolo è quello che accoglie più persone. “Noi non ci rendiamo disponibili a nulla se stiamo parlando di parole al vento: io sono abituato ad amministrare e a discutere di cose, che vuol dire mettersi a sedere e discutere di cosa si vuol fare. Ripeto: questo è il governo che parla di autonomia ed è il governo che sta centralizzando tutte le decisioni a Roma, scavalcando gli enti locali, quindi il Cpr in Emilia-Romagna è, per me, parole vuote e al vento; se vogliono discutere di qualsiasi cosa ci chiamano e discutiamo insieme, soprattutto capiamo qual è la ridistribuzione in Italia, per me in questo momento di Cpr non se ne parla assolutamente” ha dichiarato l’esponente del Pd. Il governatore dell’Emilia-Romagna ha anche riferito che i suoi colleghi di centrodestra “stanno dicendo al loro governo: guarda che così non va bene”.

De Luca: “Cpr? Non si capisce Governo cosa vuole fare” 

Noi non abbiamo capito ancora cosa vuole realizzare il Governo, quindi siamo nell’impossibilità di esprimerci“. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, rispondendo a una domanda sulla posizione della Campania in merito alla realizzazione di un centro di permanenza e rimpatrio. “Noi abbiamo già centri di accoglienza in Campania”, ha ricordato De Luca, dicendosi “convinto che sia un problema drammaticamente complesso, nel quale dovremmo fare uno sforzo per evitare demagogia e propagandismi, come quelli che abbiamo conosciuto da parte dell’attuale maggioranza di Governo. Ma dovremmo trovare una linea di condotta comune nel nostro Paese, perché il tema davvero è di una complessità enorme e riguarderà un’intera epoca”.

Saltamartini (Lega): “Cpr nelle Marche? Ora non serve”

“In questo momento, non abbiamo quell’afflusso di migranti delle altre regioni. I Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) sono degli strumenti per consentire l’identificazione di persone che accedono nel territorio nazionale senza permesso di soggiorno o visto d’ingresso. È una misura organizzativa per consentire l’identificazione sulla base del trattato di Dublino, quindi per le Marche non c’è l’esigenza di avere questo centro“. Lo ha dichiarato il vicepresidente della Regione Marche, Filippo Saltamartini (Lega), che è anche assessore con delega alla Sicurezza pubblica. “È un tipico strumento di polizia – ha continuato Saltamartini -: il governo ha deciso di affidare al ministero della Salute l’individuazione di alcune caserme dismesse; ce ne sono anche nelle Marche. Potrebbe accadere che questa misura sia adottata all’interno della nostra regione, ma è un centro di detenzione amministrativa su cui si sta approfondendo la costituzionalità della misura, perché prevede misure restrittive della libertà personale”. 

Toti su Cpr in Liguria: “Disponibilità a collaborare” 

“L’altra mattina a Genova abbiamo già dato al ministro Piantedosi la disponibilità, ovviamente, a collaborare per tutto quello che serve al Paese per dare una risposta ordinata ad una crisi che non è certamente risolvibile né in pochi giorni, né in settimane o mesi e neppure a livello esclusivamente nazionale”. Così il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti rispondendo in merito all’ipotesi dell’apertura di un Cpr in Liguria. “I Cpr – sottolinea Toti – hanno molto senso se aumentano gli accordi di rimpatrio. Al momento riportiamo i cittadini solo in Tunisia, Egitto e Nigeria ed è solo una piccola parte di coloro che arrivano”. 

Cpr dichiarati ‘opere di difesa e sicurezza nazionale’

 I Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) sono dichiarati “di diritto quali opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale“. Lo prevede il Dl Sud pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale. L’articolo 21 del decreto prevede un fondo da 20 milioni di euro per il 2023 destinati alla realizzazione delle strutture per il trattenimento e rimpatrio dei migranti irregolari. A essere incaricato della realizzazione dei Cpr che prevede la “progettazione” e “realizzazione delle strutture individuate dal piano, dislocate sul territorio nazionale” sarà “il Ministero della difesa – si legge nel decreto – mediante le proprie competenti articolazioni del Genio militare, l’impiego delle Forze armate e avvalendosi di Difesa Servizi spa”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata