Per portare a casa la riforma servono 4 miliardi, il governo non chiude a una rivisitazione di Opzione Donna

Il dossier pensioni è in arrivo sulla scrivania della ministra del Lavoro, Marina Calderone. Il giro di tavoli tecnici che ha impegnato i sindacati, le imprese e l’Osservatorio sulla spesa previdenziale da luglio a settembre si è concluso il 18 settembre e ha toccato una rosa di quattro macrotemi, dalle pensioni di garanzia per i giovani alla flessibilità in uscita e gli esodi, dalle mansioni gravose alle tutele previdenziali per le donne, fino alla previdenza complementare. Ora l’Osservatorio invierà entro il 20 settembre un rapporto alla ministra Marina Calderone, che poi fisserà un eventuale incontro conclusivo, in un round ‘politico’ con Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

L’attacco di Landini

Ma una data ancora non c’è, e il leader di Corso d’Italia, Maurizio Landini, attacca: “I tavoli del governo Meloni sono finti, non servono assolutamente a nulla. Non c’è alcuna volontà di aprire una trattativa con i sindacati, i tavoli sulle pensioni – sottolinea il segretario generale – sono senza risorse“. Gli fa eco la segretaria confederale, Lara Ghiglione, che ha partecipato agli incontri a via Flavia, evidenziando che “gli incontri tecnici in assenza di un’interlocuzione vera con il Ministero sui punti affrontati e senza un confronto degno di tale nome con il Governo rischiano di diventare appuntamenti di facciata, incapaci di produrre alcun risultato. Se è una scelta politica ne prendiamo atto”, chiosa la sindacalista.

Servono 4 miliardi per la riforma

All’orizzonte, intanto, si staglia sempre più vicina la legge di bilancio. Per portare a casa la tanto anelata riforma delle pensioni servirebbero circa 4 miliardi, ma la coperta è corta e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già avvertito che si tratterà di una manovra “prudente”. Il governo infatti pare intenzionato a confermare le misure già introdotte, a partire da Quota 103, cioè l’accesso alla pensione con almeno 62 anni di età e 41 di contributi, anche se non sembra aver chiuso la porta ad una rivisitazione di Opzione donna, riportandola alla sua versione originale. Rispetto al focus di lunedì, sulla previdenza complementare, l’Osservatorio – spiegano fonti presenti al tavolo – segnalerà alla ministra una serie di priorità: come potenziare e differenziare i vantaggi fiscali per chi aderisce ai fondi pensione, per favorire la previdenza complementare anche nei confronti dei familiari e come stimolare un maggiore dialogo tra previdenza pubblica e privata nell’ottica di arrivare alle soglie minime per andare in pensione, studiando bonus di lunga durata per favorire le pensioni complementari in rendita (invece che in capitale). Una partita, questa, che secondo le fonti si intreccia anche con quella della riforma fiscale. In generale, tutte le parti hanno ribadito la centralità della previdenza complementare e, soprattutto, criticato la decisione del governo di affidarne l’operatività al privato Assoprevidenza (e non al pubblico Assofondipensione).

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