Le premier: "Mai una parola di sostegno per l'azione del governo", lui replica: "Ancora nessun indennizzo arrivato"

Dopo l’alluvione in Emilia-Romagna “non ho avuto modo di leggere da parte Sua alcuna parola di sostegno” alle azioni del governo, “anzi. Ho letto che Lei, nella Sua veste di Presidente di Regione nonché di sub Commissario alla ricostruzione, ha ripetutamente affermato che sul territorio non sarebbe arrivato sino ad oggi ‘neanche un euro'”. È un passaggio della lettera inviata dalla premier, Giorgia Meloni, al presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, di cui LaPresse ha preso visione.

“Le citerò per questo – prosegue Meloni – alcuni importi già concretamente erogati in favore della popolazione. In queste prime settimane, con una rapidità che non ha eguali nella gestione di emergenze e eventi calamitosi come quello del maggio 2023, sono state presentate oltre 20.000 domande di sostegno ai privati, di cui oltre la metà già processate, erogando sul territorio più di 30 milioni di euro a famiglie e persone; tutte le domande presentate ad Ismea per l’accesso al credito sono state integralmente istruite e processate, rilasciando circa 15 milioni di euro in favore dei richiedenti; sono state accolte e liquidate oltre 14.000 domande di indennità in favore dei lavoratori autonomi per circa 18 milioni di euro; sono state presentate e accolte circa 20.000 domande sull’ammortizzatore unico previsto nel DL 61/23 per oltre 55.000 giornate lavorative; sono state riscontrate oltre 5.700 domande di contributo per autosistemazione dedicato alle famiglie costrette a lasciare le proprie abitazioni; sono stante emesse e garantite più di 500 operazioni per oltre 100 milioni di euro di finanziamento in favore delle Piccole e Medie Imprese; è stato disposto l’esonero del pagamenti contributi universitari per un impegno superiore ai 12 milioni di euro. E potrei proseguire a lungo”.

Tutti fondi nazionali – aggiunge la premier – messi a disposizione dei territori colpiti cosi come altre risorse che attendono di essere liquidate una volta che la Regione provvederà a inviare le dovute richieste, come nel caso dei 50 milioni messi a disposizione dal Ministero dell’Agricoltura per coprire anche le somme urgenze del settore e per le quali ancora il Governo attende la richiesta di anticipazione e la necessaria delimitazione da parte della Regione”.

 “Anche sulla ricostruzione pubblica sono state destinate risorse ingenti. Lo stesso Commissario Figliuolo ha più volte ribadito, rispondendo alle richieste dei Sindaci – scrive – , che gli oltre 2.500 interventi in somma urgenza censiti e che comportano una spesa pari a 413 milioni di euro verranno integralmente ristorati dal Governo secondo quanto già deliberato in Consiglio dei Ministri nella seduta del 3 agosto su proposta del Ministro Musumeci; analogamente è garantita totale copertura per gli interventi di ricostruzione pubblica sinora perimetrati dalla struttura commissariale per un totale di 1.133 milioni di euro. Come detto potrei proseguire a lungo nell’elencazione delle risorse dedicate alla ricostruzione e che dimostrano come sia non corretta l’informazione diffusa secondo la quale ‘non si sarebbe visto un euro'”. 

“Si è ritenuto – prosegue Meloni – di dedicarsi immediatamente alla ricostruzione pubblica, come d’altronde richiesto negli incontri operativi tenutisi a Palazzo Chigi a cui ho personalmente partecipato, per consentire alle aziende, ai residenti, ai lavoratori di tornare a vivere pienamente le proprie realtà locali, recuperandone la piena operatività e produttività e riducendo il più possibile i disagi e le limitazioni derivanti dalle lesioni che il territorio ha subito e che erano già stati più volte violati e danneggiati negli ultimi anni dal ripetersi delle conseguenze di eventi atmosferici avversi”.

“Se avessimo voluto rispondere ad una inutile polemica politica, sottraendo energia e intensità all’azione di ricostruzione – aggiunge la premier -, avremmo potuto insistere sulla richiesta di acquisire i dati relativi alla cura e manutenzione di questo territorio, richiesti già nel primo incontro e ancora oggi non trasmessi dalla Regione e che si rendono comunque indispensabili per verificare quale fosse la situazione di cura e sicurezza idrogeologica prima dell’alluvione. Ritengo infatti che chi abita e lavora in queste zone abbia il diritto di vivere senza il timore di trovarsi ciclicamente colpito da eventi simili come invece sta avvenendo sempre più spesso in Romagna”. “Anche per questo – prosegue – diviene necessario agire con puntualità nella fase della ricostruzione evitando che questi eventi determino in futuro, ancora una volta, danni cosi significativi agli abitanti”.”Ritengo opportuno altresì – conclude la premier – sottolineare come l’azione riservata alla ricostruzione pubblica sia funzionale alla individuazione delle nuove e ulteriori risorse che si renderanno necessarie per la ricostruzione privata già prevista dall’art. 22 sexies della l. 100/23″. 

“Ribadisco che la prospettiva del Governo è quella del pieno risarcimento dei danni subiti anche dai privati – aggiunge Meloni – . Tuttavia come detto fin dal nostro primo incontro per poter procedere in tale direzione si rende necessario acquisire stime precise e dettagliate che consentano una corretta quantificazione dei danni e quindi dell’adeguato fabbisogno finanziario da stanziare. Come sa queste stime non sono state ancora inviate alla struttura Commissariale da parte della Regione la quale dovrà procedere ad acquisire le perizie asseverate da parte dei privati secondo l’iter agevolato introdotto dall’art. 20 septies della l. 100/23, nonché delle procedure definite dalla struttura Commissariale”. 

La replica di Bonaccini

Abbiamo ricevuto la risposta della presidente Meloni e purtroppo non è positiva. A maggior ragione, ribadisco la richiesta di un incontro per trovare, insieme e con spirito di collaborazione, le risposte più efficaci per persone e imprese colpite dall’alluvione, che chiedono solo una cosa: tornare alla normalità e poter ripartire. Ricevendo il 100% degli indennizzi, come promesso dal Governo”. Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, di fronte alla risposta ricevuta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla lettera che gli aveva inviato insieme al sindaco della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore, e ai presidenti delle Province di Ravenna e Forlì-Cesena, Michele De Pascale e Enzo Lattuca, i territori più colpiti.“Avevamo posto una serie di questioni, a partire ovviamente da quella dei risarcimenti a cittadini e imprese, e avanzato alcune proposte costruttive, in spirito di collaborazione nel solo interesse degli emiliano-romagnoli: ribadisco la necessità di un incontro con la presidente del Consiglio- afferma Bonaccini- per chiarire tematiche che restano aperte e confrontarci su richieste che arrivano dalle comunità, dalle persone e dalle aziende colpite – e di cui noi ci facciamo portavoce – nella convinzione che insieme si possono trovare soluzioni efficaci. Nell’ambito di una collaborazione che ogni giorno stiamo portando avanti col Commissario Figliuolo, che ha già dato la propria disponibilità a incontrare nuovamente il Patto per il Lavoro e per il Clima il prossimo 31 agosto proprio per approntare, con l’intero sistema regionale, le soluzioni migliori per la ricostruzione”. 

“Confermo poi”, prosegue il presidente dell’Emilia-Romagna nella sua risposta alla premier, “che al di là di quanto attivato da me insieme al Dipartimento nazionale di Protezione civile, nulla è arrivato in termini di indennizzi a famiglie e imprese colpite: certo, i due Decreti adottati dal Governo hanno definito una serie di misure che però, lo si chieda ai cittadini, in questo momento non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese. Così come nessuno disconosce il valore di quanto fatto per attivare gli ammortizzatori sociali o l’accesso al credito di una parte, sia pur ristrettissima, di aziende, così come per quelle dell’export; ma ribadisco quanto i sindaci, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali stanno dicendo: la stragrande maggioranza delle imprese ad oggi non solo non ha ricevuto un euro di indennizzo, ma neppure sa come approntare le perizie necessarie per ottenere in futuro il pieno risarcimento dei danni. E non sapere ancora, dopo tre mesi, come richiedere i rimborsi è semplicemente incredibile”. 

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