La conferma arriva dalla procura di Firenze, per l'indagato è stato fissato un interrogatorio nel capoluogo toscano il prossimo 18 luglio

Fonti della procura di Firenze hanno confermato che ieri, mercoledì 12 luglio, investigatori della Dia di Firenze e di Milano hanno perquisito l’abitazione e gli uffici milanesi dell’ex senatore Marcello Dell’Utri nell’ambito dell’inchiesta sui mandanti delle stragi di mafia del 1993, come riportato oggi dal quotidiano la Repubblica, e hanno sequestrato elementi utili alle indagini. Per l’indagato è stato fissato un interrogatorio a Firenze il prossimo 18 luglio.

Dell’Utri, che ha già scontato una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, è indagato dalla procura di Firenze perché avrebbe istigato e sollecitato i boss Filippo e Giuseppe Graviano “ad organizzare e attuare la campagna stragista e, comunque, a proseguirla, al fine di contribuire a creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia, fondata da Silvio Berlusconi, al quale ha fattivamente contribuito Dell’Utri, nel quadro di un accordo, consistito nello scambio tra l’effettuazione, prima, da parte di Cosa nostra, di stragi, e poi, a seguito del favorevole risultato elettorale ottenuto da Berlusconi, a fronte della promessa da parte di Dell’Utri, che era il tramite di Berlusconi, di indirizzare la politica legislativa del Governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa nostra in tema di trattamento carcerario, collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni, ricevendo altresì da Cosa nostra l’appoggio elettorale in occasione delle elezioni politiche del marzo 1994″.

Secondo l’ipotesi d’accusa, le stragi avrebbero avuto lo scopo di “indebolire il governo Ciampi” e “diffondere il panico e la paura tra i cittadini in modo da favorire l’affermazione del progetto politico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri”.

Nel decreto di perquisizione notificato all’ex senatore, i magistrati che conducono l’inchiesta, i procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli e il sostituto procuratore Lorenzo Gestri, riferendosi al fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma che doveva uccidere decine di carabinieri in servizio il 23 gennaio 1994, tre giorni prima della discesa in campo di Berlusconi, osservano che doveva essere “funzionale a dare il colpo decisivo alla compagine governativa, in quel momento al potere (governo Ciampi)”, per “avvantaggiare Berlusconi e Dell’Utri”.

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