Tutte le misure del primo decreto del governo Meloni a diventare legge

Dall’istituzione del reato di ‘rave party’ al reintegro del personale sanitario no vax, passando per l’ergastolo ostativo, il decreto 162 del 31 ottobre 2022, comunemente noto come ‘dl rave’, introduce una serie di misure che riguardano la sicurezza, la sanità, la giustizia legata alla pubblica amministrazione, e rappresenta il primo decreto del governo guidato da Giorgia Meloni che diviene legge.

RAVE – Il documento, così come modificato nel corso dell’esame del Senato, introduce all’articolo 633-bis del Codice Penale, il nuovo delitto di “Invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica“. Un reato che prevede adesso la reclusione da 3 a 6 anni e la multa da 1.000 a 10.000 euro per chiunque organizzi o promuova l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, allo scopo di dar vita ad un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento.

COVID – Altro capitolo riguarda il personale sanitario che si è sempre rifiutato di sottoporsi al vaccino anti Covid. Fino a oggi, infatti, si trattava dell’unica categoria per la quale il vaccino era obbligatorio, pena la sospensione dal lavoro e l’applicazione di una multa da 100 euro. Con l’approvazione del dl, si stabilisce il reintegro al lavoro nonché la sospensione, fino al 30 giugno 2023, delle sanzioni amministrative previste. Inoltre viene abolito l’obbligo di effettuare un test rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi, e per uscire dall’isolamento dopo aver contratto il Covid. In questo modo, allo scadere dei 5 giorni di quarantena, sarà possibile tornare in società. Scende poi da 10 a 5 giorni la durata dell’auto-sorveglianza per chi è entrato in contatto con persone positive. Così come scende da 10 a 5 giorni anche il termine, ma sempre con l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2, in caso di assembramenti. Cade anche l’obbligo del tampone una volta concluso il periodo di auto-sorveglianza.

GIUSTIZIA – Relativamente ai reati ostativi, il decreto interviene sul tema dell’accesso ai benefici penitenziari e alla liberazione condizionale da parte di detenuti condannati per specifici reati gravi, e ritenuti tali da non consentire il godimento di benefici in assenza di una collaborazione con la giustizia. Sale la durata del periodo di pena da espiare per l’accesso alla liberazione condizionale del detenuto non collaborante, e viene allungata da 5 a 10 anni la durata della libertà vigilata in caso di condanna all’ergastolo. Il decreto prevede poi specifiche disposizioni sulla concessione dei benefici penitenziari e sulla liberazione condizionale. Nello specifico è previsto infatti che ai benefici penitenziari siano ammessi anche i condannati per reati contro la Pubblica amministrazione come concussione, corruzione e peculato, anche se non vi è stata collaborazione con la giustizia.

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