Il segretario della Cgil: "Profonde distanze su fisco, precarietà e tutela del potere d'acquisto"

Concluso con un nulla di fatto l’incontro tra Governo e sindacati a Palazzo Chigi sulla manovra di bilancio. “Confermiamo il nostro giudizio negativo“, ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini: “Le risposte che abbiamo ottenuto hanno confermato le profonde distanze sul fisco, sulla precarietà e sulla tutela del potere d’acquisto“.

“Sul portare a 5 il taglio del cuneo e sul fiscal drag non abbiamo avuto risposte, ma solo un generico ‘vediamo se ci sono le risorse’, ma ci hanno comunicato che l’Ue non dà spazio per modificare la manovra”, ha proseguito Landini. Serve allora “proseguire la mobilitazione per modificare una manovra” che rischia di danneggia il mondo del lavoro.

 

Cgil e Uil hanno promosso dal 12 al 16 dicembre una serie di manifestazioni e scioperi a livello regionale “Per cambiare una legge di Bilancio sbagliata e contro il lavoro, per rivendicare una legge di Bilancio più giusta per le persone e più utile per il Paese”. Le richieste: aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione; conferire tutele a tutte le forme di lavoro sancendo anche un salario minimo e diritti normativi universali; eliminare le forme di lavoro precario; una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività; la tassazione degli extraprofitti; la rivalutazione delle pensioni; risorse per il diritto all’istruzione e per la sanità. Sulle pensioni si chiede: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.

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