Forza Italia pronta a modificare il testo della nuova norma, il centrosinistra ne chiede il ritiro

Il governo ha presentato in Senato il decreto legge al cui interno è presente il discusso art.434-bis del Codice Penale, la norma varata dall’esecutivo per il contrasto di rave e altri raduni illegali. Ad annunciarlo in aula la presidente di turno, Mariolina Castellone. Ma non si placa la polemica intorno al nuovo reato, la cui formulazione è ritenuta generica dalle opposizioni, con il rischio di un’applicazione indiscriminata anche a manifestazioni come quelle sindacali o studentesche

Le critiche dell’opposizione

Il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, chiede il ritiro della norma e commenta così le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni, che si è detta orgogliosa del decreto. “Meloni si dice #fiera di quel che han fatto in cdm. E che hanno già deciso di modificare. Un passo in più, con #fierezza, #ritirateArt434bis”, ha scritto su Twitter. 

Altrettanto critico Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana: “Meloni insiste e ha rivendicato l’introduzione di un reato pericoloso per chi manifesta dissenso e, non a caso, molti esponenti del suo partito hanno riaffermato che il ‘reato Piantedosi’ può essere applicato anche a situazioni diverse dai rave. Meloni fa tanta retorica sulla sicurezza dell’Italia. Faccia un nuovo consiglio dei ministri, ritiri il ‘reato Piantedosi’ e si occupi della vera sicurezza dell’Italia: ci faccia sapere che intendono fare contro inflazione e bollette pazze”. 

 

 

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ospite de ‘L’aria che tira ‘ su La7, ha chiesto che la norma sia resa più chiara e aggiunto: “Si eviti ogni attentato alla libertà di espressione”. 

Il centrodestra difende la norma

Ma la maggioranza, pur aprendo a modifiche del decreto rave, difende la legge. “Ritengo che il decreto sui rave party sia giusto”, ha detto il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ai microfoni di Radio Radicale. “Poi si può discutere sull’entità della pena massima, se non va bene sei anni si può mettere cinque, o su una migliore definizione della condotta che si vuole sanzionare. Non si impedisce a nessuno la libertà di pensiero e di manifestare”, ha precisato, per poi concludere: “Indietro non si torna”. 

La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha rassicurato sulla non applicabilità del decreto rave alle proteste studentesche. “Da ministro dico che questa norma non si applica a manifestazioni di dissenso che potrebbero avvenire nelle Università o nelle scuole. Qualunque forma di manifestazione di dissenso non ha alcunché a che spartire con questa norma”, ha detto a margine di un evento presso la sede Edisu di Torino.

Bernini: “Decreto rave non si applica a dissenso nelle scuole” – IL VIDEO

 

 

 

 

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